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Recessione. Nel paniere Istat entrano le pezze al culo

Recessione. Nel paniere Istat entrano le pezze al culo - Lercio

POVEROPO (LI) – Dopo l’annuncio dell’entrata in recessione tecnica e le valutazioni Inps che prospettano un futuro olocausto economico per l’Italia, ci pensa l’Istat a riportare la fiducia tra gli italiani. L’istituto di ricerca demografica che si occupa di fotografare costantemente la situazione economica, personale e bestemmiatoria degli italiani, conferma infatti l’entrata nel paniere di qualcosa da sempre nel cuore dei cittadini e che negli ultimi tempi sta vivendo una prepotente diffusione: le pezze al culo.

“Si tratta di un segnale molto incoraggiante – commenta G. C. Blangiardo, presidente dell’Istat – gli italiani, contro ogni pronostico, sono riusciti a a permettersi un bene di lusso come le pezze al culo. Un grande traguardo”. Nella lista del paniere di quest’anno, escono il supporto digitale da registrare, la lampadina a risparmio energetico e le matite da leccare, ed entrano dunque lo zenzero, la web tv e le pezze al culo. “In alcuni casi, le pezze vengono messe non solo sui pantaloni ma anche direttamente sul culo, per quelli che non si possono permettere un paio di calzoni. Sul culo o sul pannolone, nel caso dei pensionati” precisa Blangiardo.

La pezza al culo rappresenta da sempre un’eccellenza italiana, come testimoniano la recente collezione pezze al culo autunno/inverno/primavera/estate (è un capo che si indossa in ogni stagione) e che ha fatto il suo ritorno prepotente nel paniere Istat dopo aver furoreggiato in periodi floridi come il 1939-1945 e nel 1349, quando scoppiò la bolla immobiliare dei Granducati nel Sacro Romano Impero. A questi ultimi tempi risale anche la peste nera, che attraversò l’Italia in lungo in largo, e che fu descritta dall’imperatore dell’epoca, Ferdinando III, come “un bellissimo 1349, un anno di grande ripresa” e “un grandissimo boom sanitario”.

Il business delle pezze al culo ha ripreso nuovo vigore da circa un anno e le stime di crescita del Pil del Paese fanno prevedere una sua continua espansione. I principali produttori di pezze al culo si stanno già preparando al futuro boom di richieste, e stanno per lanciare sul mercato nuovi modelli: “le pezze al culo di cittadinanza” (ideali per l’uomo che è rimasto fregato dall’illusione del reddito di cittadinanza e che sono rinforzate all’altezza dell’ano in previsione di ulteriori insederate), le “pezze al culo classic” (per i barboni che continueranno a rimanere tali, già impregnate di piscio per risparmiare tempo) e “le pezze al culo Ferragni”, linea di pezze al culo firmate dalla nota influencer e che costeranno 10 volte più delle pezze al culo normali e che per questo rendono ancora più affezionati consumatori di pezze al culo.

“Non posso che salutare con soddisfazione la valorizzazione della pezza al culo italiana – ha dichiarato Di Maio – era nel nostro programma e anche questo punto è stato fatto. Ora puntiamo al nostro prossimo obiettivo: il grande rilancio dell’industria del cappio da suicidio”.

Stefano Pisani