Putin si candida a mediare anche nel conflitto tra Ucraina e Russia 

Photo Credits: Grok AI

MOSCA – Mentre nel mondo continuano a infuriare venti di guerra che mettono in seria preoccupazione sul futuro dell’umanità, anche se non quanto assistere a una partita del Mondiale per Club, pare che il leader del Cremlino abbia deciso di dedicarsi completamente a quella che ha scoperto essere la sua reale vocazione nella vita, portare la pace.
A dir la verità lo facevo anche quando ero nel KGB“, ci rivela il presidente russo, “ma era una pace diversa. Voglio dire, avvelenare qualcuno con il polonio non mi trasmetteva lo stesso senso di umana empatia, come, invece, mettere un freno ai conflitti che infiammano il nostro pianeta“.

E proprio a questo scopo, dopo essersi offerto di mediare fra Israele e Iran, fra Israele e Hamas, fra Israele e Houthi, fra Israele e Hezbollah, fra Israele e Chef Rubio, l’uomo forte di Mosca ha promesso che, se gli avanzerà tempo da tutte queste guerre non semplici da interrompere, si dedicherà a quella che potrebbe diventare l’impresa suprema, quella che sicuramente gli regalerà l’agognato, e ormai più che meritato, premio Nobel per la pace: porre fine al conflitto tra Ucraina e Russia.

Premesso che c’è un invasore, un invaso e un invasato”, spiega il fondatore del putinismo, “io credo che solo con la buona volontà di tutti si possa finalmente far sì che una sanguinaria, stolta e inutile diatriba che ormai persiste da più di tre anni conosca la sua agognata conclusione. Ho intenzione, quindi, di spendere tutte le mie energie per portare allo stesso tavolo il presidente ucraino e quello russo affinché ogni incomprensione possa dirsi eliminata. A proposito di eliminare, io mi occuperò del tè. Nel KGB nessuno sapeva prepararlo come me. Sono certo che a Zelensky piacerà“.

Augusto Rasori

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