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Precaria apre la busta arancione e scopre che l’INPS le pagherà la pensione in visibilità

Precaria apre la busta arancione e scopre che l'INPS le pagherà la pensione in visibilità - Lercio
Autore: Daniele Primavera

SANTA LICENZIA (TA) – Continuano ad arrivare le ormai note buste arancioni INPS che aggiornano i contribuenti sulle aspettative previdenziali: ben sette milioni di plichi sono stati spediti dall’ente ad altrettanti lavoratori italiani. Non mancano i casi estremi: accanto a quello dell’ex presidente del consiglio Lamberto Dini, che ha ricevuto una busta d’oro massiccio del peso di ventisei chili, figurerebbero anche alcuni casi destinati a far discutere.

Tra questi la tarantina Michela Occasionale, freelance web media social marketing account manager engineering, che ci racconta la sua storia. «Da quindici anni lavoro sul web – ci spiega dal suo monolocale, un cartone Oviesse completamente riciclabile e finemente arredato come di moda tra gli esperti di comunicazione – ma sono ancora in attesa della mia busta paga, e spero che me la spediscano in fretta che con la busta della lettera ci faccio una bella finestra. Naturalmente ho pagato comunque i miei contributi versando regolarmente una percentuale della notorietà guadagnata all’INPS, ed è così che oggi la mia busta arancione certifica che anche la mia pensione sarà erogata, come da diritti maturati, in visibilità. E l’INPS condividerà sulla sua pagina Fb tutti i miei status da pensionata».

Una soluzione innovativa che Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia, non ha potuto che valutare positivamente: «I tempi sono cambiati, occorre adeguare gli strumenti previdenziali ai nuovi modelli economici. Un tempo questi erano tarati sulle esigenze materiali e quindi basati su forme di pagamento e di riscatto. Oggi questi modelli sono ormai obsoleti: in Italia sono davvero pochi coloro che lavorano per i vecchi e superati soldi, mentre c’è un esercito di giovani che sta lavorando per valori nuovi: visibilità, fama, soddisfazione e crescita personale. Questi – chiude il ministro – sono i valori da preservare: perché gli anziani di domani troverebbero umiliante cominciare a percepire, magari a settant’anni, un reddito da pensione che non da’ stimoli e non fa crescere. Se il posto fisso è noioso, figuratevi la pensione».

Daniele Primavera