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Pranoterapeuta rivela: “Per colpa del mio dono non riesco a mangiare un gelato prima che si sciolga”

Pranoterapeuta rivela: “Per colpa del mio dono non riesco a mangiare un gelato prima che si sciolga” - Lercio
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Paragnos (TA) – Come deve essere vuota la vita senza il piacere di un bel gelato fresco? Lo ha sperimentato sulla sua pelle Giovanni Tanfone, pranoterapeuta tra i più richiesti in Italia di giorno, scaldasonno Imetec la notte. Un dono, quello del calore nelle mani, che gli ha regalato una professione; ma anche una croce, che lo ha portato a odiare la sua condizione e che ora lo affligge come un male oscuro per cui non esistono cure ma solo un po’ di sollievo grazie al ghiaccio spray o quando deve sbrinare il frigo.

A 26 anni Tanfone ha scoperto il suo dono più grande: non aver voglia di lavorare; così ha cercato di mettere a frutto l’unica cosa che gli riusciva: sudare come una bestia dalle mani. Giovanni sarebbe diventato l’uomo con le mani più calde al mondo e avrebbe fatto fortuna come pranoterapeuta. Ma come tutti sanno, coltivare e sviluppare le proprie abilità costa sacrificio e duro allenamento, nello sport come nel lavoro, esattamente come non fare un cazzo seriamente. Ma fino a dove si può spingere un uomo per non perdere di vista tutto quello che lo circonda? Aver coltivato con attenzione maniacale questo dono non solo ha tormentato la sua esistenza, ma anche la sua sfera privata, i suoi affetti, le sue amicizie.

Noi lo abbiamo ascoltato: “Non riesco a mangiare un gelato e quando lo faccio mi sporco più di mia figlia di 5 anni, i Calippo praticamente mi squirtano dalle mani. La sfera privata è un disastro, la mia compagna mi si avvicina solo negli inverni rigidi, da primavera alle prime gelate d’autunno sono costretto a dormire in soggiorno e non ho mai potuto realizzare il suo sogno erotico, la scena del ghiaccio in ‘9 settimane e mezzo’. La gente mi dice che sono fortunato perché prendo soldi senza fare un cazzo e perché non ho bisogno del thermos, ma io rinuncerei a tutto questo per riavere una vita normale. Per un periodo ho persino provato ad affogare i problemi nell’alcool, ma la birra calda mi fa cagare! Sono disperato, ogni giorno mi sveglio in un incubo.”

Ora per fortuna un gruppo di parenti si è fatto avanti per aiutarlo, regalandogli gli unici momenti di autostima da vent’anni a questa parte: “Mi chiamano alle 6 del mattino per sbrinare i vetri delle loro auto nelle gelide mattine d’inverno, almeno così il mio dono è utile a qualcuno”.

Vittorio Lattanzi