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Politicamente corretto, censurato anche Robin Hood: “È un evasore fiscale”

Foto Credits: <a href="Foto Credits: BruceEmmerling" target="_blank" rel="noopener noreferrer"> David Telford

Ecco la storia di un complotto ordito per sventare un complotto immaginario

Disney (Notice Of Copyright Infringement) – All’inizio degli anni ’20 del terzo millennio, l’Italia ha scoperto con suo grande rammarico che frocio, negro, handicappato e sei donna non puoi giocare a calcio erano termini da evitare.

Questa follia mondialista del politicamente corretto aveva già colpito alcuni capolavori del cinema, come Via col Vento e Biancaneve, ma con grande sorpresa dagli Usa arriva una nuova bomba. Sotto accusa il film d’animazione Robin Hood  del 1973 diretto da Wolfgang Reitherman, che favorirebbe lo sdoganamento di reati come il furto e l’evasione fiscale.

Se solo il piano avesse funzionato. Ovviamente si trattava di una vendetta, di un complotto ordito per sventare un complotto ancora più immaginario. Sarebbe bastato un titolo in inglese per rendere la fake news, attribuita successivamente ad un banale errore di traduzione, a rendere il tutto più virale.

Far circolare la fake news che Robin Hood sarebbe stato censurato in quanto “ladro ed evasore fiscale”. La bufala avrebbe fatto abboccare i giustizialisti woke, perché “effettivamente non pagare le tasse è scorretto”, ma anche i liberali italiani, secondo i quali evadere le tasse è un atto altruista contro uno stato spendaccione e corrotto.

Destra e sinistra sarebbero insorti contro la deriva del politicamente corretto: se nemmeno Robin Hood si salvava, chi avrebbe protetto i più deboli? Qui le opinioni erano diverse. La destra suggeriva che in realtà i poveri se lo meritavano e che una mano invisibile avrebbe pensato al resto. La sinistra, invece, avrebbe organizzato una bel Convegno alla Leopolda a tema “Re Giovanni e Robin Hood, un’amicizia oltre le barricate”. Tuttavia, imbarazzante la proposta di Renzi di far riappacificare la vedova di Re Giovanni e Lady Marian di Locksley.
I principali quotidiani italiani, poi, avrebbero parlato per 3 giorni filati di questo scandalo. Tutto era ben congegnato.

– Gramellini, dal Corriere, avrebbe titolato: Rubare ai Robin per dare ai poveri di spiritosità!
– Cerasa, sul Foglio: La cultura perde un ladro, e ora siamo tutti più poveri.
– Brambilla: Perché gli animali pagano le tasse?
– Feltri: Robin Hood immolato all’altare della della lobby gay e satanista

Cos’è fallito nel piano? E perché la notizia non è stata diffusa?
Pare che la cabina di regia di questo golpe politicamente scorretto fosse impegnata in:
– ospitate televisive, festival, convegni e dibattiti parlamentari
– conduzione di programmi tv, radio durante il prime time
– direzione di quotidiani, settimanali, mensili
– scrittura di serie televisive in cui si scopre che donne che sostengono di essere state stuprate in realtà si sono inventate tutto
– far alzare da tavola Aurora Leone

Insomma, nonostante fossero per la stragrande parte vecchi maschi bianchi etero, queste povere vittime a cui la cancel-culture stava tappando la bocca non avevano un minuto per respirare. Nemmeno delegando il tutto alle loro segretarie!
Pericolo scampato? Per ora sì, ma staremo a vedere!

Andrea H. Sesta & Vittorio Lattanzi