Abra (MO) – Il Governo ha emesso una nuovo decreto sulla genitorialità che dovrà essere implementato quanto prima dalle singole regioni. Nel mirino c’è il riconoscimento del nascituro da parte del padre, che da oggi in poi verrà trattato alla stregua di un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Da oggi lo Stato riconosce il diritto da parte del padre di disconoscere il figlio fino a tre mesi dopo la nascita senza alcuna sanzione, ma ciò sarà possibile solo in presenza di una giusta causa. Questa potrà essere riconosciuta solo nei seguenti casi:
Test del DNA: in caso il test del DNA confermi la non paternità dell’uomo, questo può recedere entro tre mesi dalla nascita, ma si può arrivare fino a sei mesi se viene effettuato un re-test e fino a nove per due re-test. Se i tre test sono discordi, verrà considerato esatto l’esito che si è presentato con maggiore frequenza (due volte su tre). Poi basta, mettetevi l’animo in pace.
Non vengono consumati atti sessuali da almeno un anno: se dal momento del concepimento fino ai tre mesi di età del nascituro il padre dimostra di non aver più copulato con la compagna, lo Stato riconosce il diritto del padre di disconoscere il figlio. Come prova, il padre deve filmare i tentativi di approccio ogni sera per 365 giorni, in modo da dimostrare che non è mai stato possibile l’atto sessuale. Nello specifico, il decreto precisa che deve esserci penetrazione vaginale o anale e che nessuna altra pratica verrà tenuta in conto (dunque non valgono masturbazione e fellatio), sebbene tale punto potrebbe essere recepito diversamente dalle singole regioni. La giusta causa non verrà riconosciuta se la madre attesterà l’impossibilità al coito con un certificato medico con data coerente e non successiva alla richiesta di disconoscimento del padre.
Ore di sonno inferiori ad un quinto rispetto alle ore di veglia: non dormire abbastanza può essere considerata giusta causa, dato che la privazione di un adeguato riposo è valutata alla stregua della tortura; tuttavia, in questo caso il padre potrà riconoscere successivamente il figlio, quando questo avrà superato la fase dei piagnistei e degli allattamenti notturni. Naturalmente, anche questo punto dovrà essere dimostrato con materiale audiovisivo che ne attesti la veridicità.
La donna non assolve ai suoi doveri lasciando l’uomo in uno stato di indigenza: se la madre passa troppo tempo col nascituro venendo meno agli obblighi casalinghi classici (cucinare, lavare e stirare sono riportati come esempi nel decreto) e lasciando il padre solo a se stesso senza la guida di cui necessita, questo potrà disconoscere il figlio nel tentativo di trovare un’altra donna che possa coprire quei servizi. Il decreto specifica che anche dei conoscenti esterni potranno segnalare alle autorità competenti il cattivo stato in cui versa il padre (malnutrizione, vestiti sporchi, interesse per Temptation Island, eccetera), come ulteriore tutela verso un uomo che potrebbe trovarsi in difficoltà; tuttavia, tale punto non sarà riconosciuto come giusta causa se la donna può dimostrare che le mansioni casalinghe sono svolte da terzi (domestiche, suocere o altri). Le singole regioni dovranno stabilire il campo d’applicazione, ad esempio l’Emilia Romagna ha già dichiarato che andare a fare la spesa non rientrerà fra le mansioni in capo alla donna, dato che è attività esterna e non definibile “casalinga”.
Il padre è costretto a cambiare il pannolino più dei tre quarti delle volte: se l’operazione di rimozione dello sterco, pulizia e sostituzione del pannolino sporco con uno nuovo, nella sua interezza e così come descritta, viene esercitata dal padre più del 75% delle volte, allora questi potrà chiedere il disconoscimento del piccolo produttore di stallatico. Il punto va a tutela del rischio chimico, fisico, biologico e odorigeno al quale andrebbe incontro l’uomo se fosse esposto al guano con una frequenza eccessiva. Come precisato, assolvere solo a una o due delle tre fasi elencate non sarà considerato un completo cambio del pannolino. Anche qua dovranno essere presentate prove inequivocabili e tabelle excel con grafici a torta.
Se la giusta causa non viene riconosciuta, il padre potrà comunque disconoscere il nascituro entro i tre mesi, ma sarà costretto a pagare una sanzione che va dai 5 mila euro ai video di scuse su Instagram. Questo, si specifica, a prescindere da ciò che viene imposto dalla rottura del rapporto matrimoniale. Passati i tre mesi, non sarebbe più possibile in alcun modo non riconoscere il figlio come proprio.
Adesso non resta che vedere come le singole regioni implementeranno il decreto nel proprio ordinamento.
Andrea Bonechi