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“Non voglio morire giovane”, Base jumper rifiuta di farsi curare da Zangrillo

Foto Credits: Corriere della sera - screenshotFoto Credits: Pixabay

Campopoco– È difficile da credere, ma esistono sport più estremi del base jumping, uno di questi è la cosiddetta ‘suicidal medicine‘, che consiste nel farsi curare da Alberto Zangrillo. Il primario dell’ospedale San Raffaele di Milano, noto per aver un tantino sottovalutato gli effetti del coronavirus e per essere colui che tiene animato il corpo di Berlusconi tramite magia voodoo, è diventato lo spauracchio per tutti coloro che vogliono vedere riconosciute lo proprie malattie. Sono molti infatti i pazienti che negli ultimi 5 mesi hanno chiesto di poter sostituire Zangrillo con un medico d’ufficio.

Curare un personaggio che si accinge all’immortalità come Silvio Berlusconi negli anni aveva portato al professore una certa fama, Ma le sue opinioni bizzarre sul Covid-19, espresse spesso davanti ad una telecamera accesa: “Non c’è da preoccuparsi, sono i coronavirus ad avere paura di noi“, hanno fatto storcere il naso alla comunità scientifica e ai comuni cittadini, che ormai lo considerano “Medico da evitare”. Il caso più eclatante è forse quello del noto base-jumper milanese Ardito Barapronta, che giunto in rianimazione al san Raffaele, dopo un incidente con una tuta da teletubby, prima di perdere conoscenza, ha espresso la ferma volontà di scegliere il proprio medico: “Non voglio morire giovane, non fatemi curare da Zangrillo”.

Le aspettative di vita di un base-jumper sono attorno ai 12 anni e 4 mesi, e il ragazzo è giunto in ospedale con varie fratture, dodicimila moscerini nella gola e sette volantini di una promozione di materassi appiccicati in volto, ma ancora abbastanza lucido da valutare come più rischioso farsi mettere le mani addosso da Zangrillo.

Di sicuro è uno che non teme le sfide pericolose – ha detto l’operatore del 118, arrivato per primo sul posto a soccorrere il ragazzo – ma quando ha saputo che lo stavamo trasportando al San Raffaele perché c’era posto solo lì, ha iniziato a frignare come un bambino ripetendo in continuazione: Non voglio morire, non fatemi curare da Zangrillo”.

Dai vari esami fatti sul giovane jumper risulta anche che durante il volo abbia incidentalmente ingoiato un piccolo pipistrello. I medici del San Raffaele hanno subito richiesto ulteriori controlli per verificare l’eventuale proliferazione di un nuovo virus. Zangrillo, che non ha saputo resistere al richiamo di tutte le telecamere attirate dalla vicenda, ha dichiarato: “Lo ha sputato fuori quasi subito, il pipistrello ora sta bene ed ha una carica virale bassissima, ma con uno scontro così violento con un BASE jumper a Marzo-Aprile, la povera creaturina sarebbe morta

Sergio Marinelli