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“Non c’è materiale per la pagina di cronaca”. Direttore obbligava stagisti a schiantarsi in auto

"Non c'è materiale per la pagina di cronaca". Direttore obbligava stagisti a schiantarsi in auto - Lercio

Maria Mario Scaldotto, direttrice responsabile del quotidiano di cronaca locale Isernia a Periodi, è stato arrestata all’alba di questa mattina con l’accusa di aver obbligato alcuni stagisti a schiantarsi con le proprie auto in cambio di un lavoro vero e con la promessa di non essere più usati come posacenere. Il motivo? Avere qualcosa da scrivere sul proprio giornale che amava più della vita dei suoi stagisti e che, da parecchio tempo, stentava a reperire notizie, complice anche la non esistenza della comunità locale.

Come confermato da Pisquo Santirocchi, caporedattore della sezione cronaca, erano anni che il giornale non aveva l’opportunità di seguire un caso  eclatante. L’ultima vicenda degna di nota di cui si occupò la testata – e che tenne col fiato sospeso l’intera provincia – risale al 2012 e riguardò un misterioso individuo che sbagliò a suonare al citofono del suo condominio di via dell’Unità d’Italia, durante una notte tempestosa; caso che tenne banco per ben 2 anni fino all’archiviazione delle indagini. Poi, nella tranquilla Isernia e nei dintorni non accadde mai più nulla di così rilevante.

Al giornale, però, servivano notizie e quelle notizie non c’erano. Ed è per tale motivo che, secondo gli inquirenti, il direttore Scaldotto decise di “responsabilizzare” gli stagisti, all’inizio con semplici ‘bravate’ mandandoli a vandalizzare parchi giochi o organizzando eventi all’aperto nei giorni di pioggia per poi annullarli il giorno prima, poi chiedendo ‘incidenti imbarazzanti’ con i distributori automatici e le pensiline dell’autobus gremite di studentesse, fino a che la cronaca locale ha invocato il suo tributo di sangue e la situazione è degenerata al punto di imporre loro di schiantarsi a turno con le propre auto: in tal modo non solo avrebbe avuto le notizie che servivano, ma il giornale sarebbe arrivato sul luogo dell’incidente sempre primo. Diverse le modalità con cui gli stagisti si cappottavano: alcuni puntavano dritti al guardrail, altri tamponavano auto-articolati; i più volenterosi, invece, guidavano con un water in testa cercando carambole a 2 corsie, che ovviamente garantivano la prima pagina al giornalista e aggiungevano il giallo sul ritrovamento del sanitario sulla carreggiata.

Il giochetto ai danni dei poveri sottopagati è stato scoperto proprio grazie al livello di programmazione schematica degli incidenti raggiunto: ora, giorno, via, tutto pianificato nei minimi dettagli (quasi fossero episodi di Jackass) e ciò permetteva agli stagisti di trovare anche il tempo di farsi medicare; e proprio grazie ad un’errore del reparto grafico, gli incidenti sono usciti  in stampa in ordine inverso, anticipando così due tamponamenti e la catena di un’altalena spezzata, facendo immediatamente scattare i controlli della Polizia (che da 3 mesi non effettuava interventi se non muniti di alcooltest).
Oltre ad utilizzare le proprie vetture, agli stagisti veniva anche richiesto di installare delle videocamere all’interno dell’abitacolo per girare video virali, da essi stessi poi montati e spacciati per video provenienti dalla Russia (anche se i più attenti potranno riconoscere la tipica tundra molisana). Un duro sacrificio cui si sottoponevano in vista di una ricompensa che il direttore aveva individuato in un contratto di falsa partita Iva, retribuito con verdura biologica e lubrificanti anali all’olio di Argan.

Vittorio Lattanzi e Alfonso Biondi