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“Noi della Lega”, lapsus freudiano di Di Maio nel suo ultimo post online

"Noi della Lega", lapsus freudiano di Di Maio nel suo ultimo post online - Lercio
Foto: Revol Web

Pomigliano d’Arco (NA) – Sembrava una normalissima giornata di riposo per il vice vice vice vice vice premier Luigi di Maio, in visita, con al seguito la sua verissima fidanzata, nella casa dei suoi genitori a Pomigliano per un pranzo in compagnia, come ai bei vecchi tempi in cui era solo un semplice disoccupato. Di Maio, dopo essersi sincerato che il padre non avesse assunto altri dieci lavoratori in nero o innalzato costruzioni abusive nelle ultime due settimane, ha deciso di parlare dei fatti del giorno sul suo profilo facebook e, complice l’assenza dei suoi social media manager, ha dovuto sbrigare tutto da solo, comprese le difficili fasi del pensare, elaborare, scrivere tutto in italiano corretto e pubblicare sul social beandosi della claque fissa della Casaleggio Associati sotto ogni suo post.

Il dramma però si è verificato quando ha deciso di premere “invio” sul suo comunicato anche se era stato passato al vaglio di tutti i componenti della famiglia, compresa la realissima fidanzata e l’operatore della GDF in tour nella fabbrica di papà Di Maio. Dopo averlo pubblicato tutta l’allegra ciurma è andata a pranzo senza minimamente immaginare il putiferio che si sarebbe scatenato.

Il post infatti, stranamente corretto nella forma grammaticale e coerente con la deriva sovranista del Movimento, aveva un incipit che ha destato non poco scalpore sia tra la base dei Cinque Stelle che tra gli altri esponenti politici esistenti in questo momento nel Paese cioè i leghisti e quelli che pensano che Zingaretti in fondo sia un signor attore.

Noi della Lega”, sono queste le parole che hanno provocato una valanga di commenti e di opinioni sul web e che hanno portato centinaia di giornalisti nella tranquilla Pomigliano, tutti accorsi a capire le reali intenzioni di Di Maio nel suo post e nel prosieguo della sua carriera politica. Un cronista di una nota testata è riuscito ad intrufolarsi nella dependance del papà del vice vice vice vicepremier infilandosi nel tubo di scarico di una piscina completamente abusiva. Questa la trascrizione del dialogo avvenuto dopo l’esplosione del caso su internet.

Ma che cazz è succiess?
Papà, stann ricenn che ij song r’a Lega Nord, c’a stong c’u Salvin
Eh, e non e o’ver?
Sì, no. Ammu fatt nu contratt”.
Ma non sij r’à Leg tu?
Sì, cioè no. Stong ancor cu Moviment, p’ò a Settembr verimme e cagnà”.
Uà. Allor aggiù sbagliat. Ij, mo che ce steveno le elezioni, aggiu ritt a tutt quant che aeren’a vutà a Leg”.
Ma si provt strunz, papà”.
Oh, e pure tu! Me faj fess sempr! Si contr e nir, non me vuò manc fa mettere a faticà a nir, vuò affunnà e nav, e salvat a chill’atu fess che s’arrobb e sold, par che faj tutt chell c’a te ric. Pensav che steuv n’siem ormaj. A Settembr vuliv cagnà? E cagn primm!”.
Mo non se po’ffà! Me fann o mazz a tarall!”.
Ae, ma che te ne fott! A Leg sta o quarant pe ccient. U Moviment, r’à quann t’ann mis a te come leader sta a fa provt schif, tra due-tre mis fa men e chilli sciem e casapaund”.
Però tien ragion”.
Eh, comm t’aggiu ritt semp che avevi a studià. Sinnò faj e figur e merd comm p’ò fatt r’à nav e quella uagliona”.
Pà, non accuminciamm”.
Caro, Rocco al telefono mi dice che ha la soluzione: dai la colpa al Pd per averti hackerato l’account e te la cavi senza problemi. Aggiungici qualcosa a scelta tra “banche”, “Boschi”, “Renzi” e “radical-chic”, e te ne esci fuori con solo un comunicato”.
Grazie…aspè come ti chiami tu? Silvia?”.
No, era quella prima”.
Giovanna?”.
No, quella prima ancora”.
Allora sei…aspè…non me lo dire che voj anduvinà”.
Ho lo stesso nome di un sindaco del vostro partito”.
Ah, questa è difficile…non mi ricordo che abbiamo dei sindaci donne. Questo è un partito un po’ maschilista”.
Gigi, tu sei del Movimento”.
Ah giusto: Chiara!”.
Virginia!”.
No, sono sicuro che Chiara si chiami Chiara”.
C’è pure Virginia Raggi
Non l’abbiamo ancora espulsa? E che aspettiamo? Che incendi la città come Nerone ma utilizzando degli autobus? Ah ma quando mi candiderò con la Lega a sindaco cambieranno un sacco di cose…

E qui la trasmissione si è interrotta. Qualche minuto dopo, però, Luigi di Maio ha effettuato una diretta Facebook dove ha ammesso la responsabilità di hacker potentissimi pagati dal Pd per entrare nel suo profilo, scrivere il post incriminato, rubare tutti i like degli utenti destinati ai bambini malati per farli guarire e devolverli impunemente alla banche. Al termine del video ha poi dato un bacio alla sua ragazza e ha annunciato di aver devoluto il suo cinque per mille ad una ong che opera nei luoghi in cui si sposta Di Battista, con la speranza che riescano a trattenerlo sempre più lontano dall’Italia.

Davide Paolino