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Neofascisti fermati per aggressione a un libro, la difesa del gruppo: “Ci ha provocati”

Neofascisti fermati per aggressione a un libro, la difesa del gruppo: "Ci ha provocati" - Lercio

VRBE – Ci sarebbe l’arrogante saccenteria di una copia cartacea de “La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme“, celebre saggio di Hannah Arendt, dietro i tumulti scoppiati in via Napoleone Ventitreesimo, nel quartiere Esquilibrio. Protagonisti dell’episodio, terminato con un bilancio di 16 tra cassonetti e automobili rovesciate, 7 furgoni dati alle fiamme, 9 feriti e 35 intossicati dal fumo dei roghi, alcuni esponenti del gruppo di estrema destra Villa Goebbels, occupanti e residenti abusivi del palazzo di fronte al quale sono avvenuti gli scontri.

Secondo le prime ricostruzioni tutto è iniziato nel primo mattino, quando un giovane attivista del gruppo neofascista ha trovato il volume sugli scalini esterni del palazzo, mentre usciva per la sua abituale ronda mattutina. Dopo i primi 36 minuti di perplessità il ragazzo ha cominciato a sospettare che l’oggetto rettangolare ai suoi piedi potesse essere un libro e si è messo a urlare: “Venite fuori zecche rosse, i vostri attentati non ci intimidiscono. Camerati, a testuggine!“.

Numerosi esponenti del gruppo sono sciamati fuori dal palazzo richiamati dalle grida, temendo un attacco nucleare da parte dei rom. Alcuni hanno rovesciato subito automobili e cassonetti per formare delle barricate negli incroci più vicini, mentre altri hanno affiancato il giovane facendo muro per fronteggiare il testo. Passata un’altra mezz’ora, qualcuno è riuscito a finire la lettura del titolo del libro e si è quindi scagliato contro quella che ha ritenuto una provocazione diretta agli ideali di difesa della razza e sterminio degli ebrei.

A quel punto qualcuno ha dato un primo calcio al libro, che è rimbalzato su un lampione e ha colpito con il dorso la fronte del leader 43enne del gruppo: Tullio Servo Del Popolo, detto ‘Stocazzo‘. L’uomo si è accasciato a terra mentre gli altri si fiondavano verso il tomo, due attivisti però sono inciampati e finiti calpestati nella foga dagli altri tre che cercavano di raccogliere il protervo volume per immobilizzarlo e malmenarlo, mentre questo sgusciava qua e là nella calca.

Ripresosi dalla botta, Tullio Servo del Popolo ‘Stocazzo’ ha ordinato ai camerati di bruciare il libro, ma tre di loro sono rimasti feriti mentre tentavano di accendere un fiammifero. Altri hanno cominciato a dare alle fiamme tutti i furgoni della zona temendo che all’interno potessero esserci altri libri. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha impedito che i guastatori del gruppo facessero saltare le cariche di dinamite posizionate sotto i più vicini ponti sul Tevere per organizzare la difesa finale contro l’avanzata dell’Armata Rossa.

Ascoltato dalla questura locale, ‘Stocazzo’ ha dichiarato che l’unico responsabile dei disordini è il libro della Arendt, che con ripetuti atteggiamenti di sfida e la successiva aggressione, ha provocato la reazione difensiva del gruppo: “Sembrava quasi invitarci a leggerlo, con l’arroganza tipica di quei buonisti del cazzo che difendono gli invasori stranieri e si credono migliori perché conoscono l’alfabeto“.

Gianni Zoccheddu