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Napoli. Raid animalista libera buoi e asinelli dai presepi

Napoli. Raid animalista libera buoi e asinelli dai presepi - Lercio

NAPOLI – “Attacco” animalista nella zona di San Gregorio Armeno. Un gruppo di giovani attivisti ha infatti portato scompiglio nello scompiglio del centro storico napoletano, suscitando terrore, e anche un po’ di indifferenza. Il gruppo animalista NtiMMP (Nessuno tocchi il Mio Mini Pony) ha infatti seminato il panico tra quelli che, in questo periodo di festività, affollano le stradine del caratteristico quartiere partenopeo, regno dei presepi. Nella mattinata di ieri, alcuni giovani mascherati con foulard e caschi integrali hanno improvvisamente rovesciato tutti i presepi esposti, arraffando buoi e asinelli sotto lo sguardo impietrito delle statuine dei Re Magi. Chi pensava fosse un normale workshop di scippatori ha dovuto presto ricredersi.

La coordinatrice dell’azione, un’ecologista che si fa chiamare Brigitte Béjò Bejò, ha spiegato infatti ai passanti i motivi di questo raid, raccontando la sua verità circa buoi e asinelli dei presepi: “Appena nati, questi animali sono sottoposti a un trattamento disumano per ridurne le dimensioni, e sono allevati all’interno di lattine di pomodori pelati San Marzano. Così si sviluppano, ma rimpiccioliti: poi sono paralizzati e vengono collocati nei presepi” ha detto la donna a una serie di stranieri del tutto incapaci di comprendere la sua lingua.

Secondo il movimento NtiMMP, buoi e asinelli, immancabili protagonisti della scena della Natività, sarebbero infatti paralizzati con tossine botuliniche ricavate da Lilli Gruber per poi ritrovarsi “con le chiappe incollate a quella schifosa mangiatoia di cartapesta” ha puntualizzato l’attivista.

Sono dozzine e dozzine i buoi e gli asinelli strappati via dai presepi, in attesa di essere trasferiti per la riabilitazione in specializzate fattorie Playmobil. Le forze dell’ordine sono intervenute sul luogo dei disordini, ma gli attivisti si sono allontanati prendendo in ostaggio Ken Loach, che si trovava lì per caso.

Gli inquirenti stanno cercando di identificare gli autori del gesto dimostrativo, raccogliendo le impronte digitali lasciate sui pescetti e sulle tette della statuina di Belen, e le testimonianze dei pastorelli e delle lavandaie che hanno dichiarato ”                                     “.
Ma l’interrogativo che non può non scuoterci è: quale orribile segreto si nasconde invece dietro le pecorelle? “Ah, quelle sono di plastica” ha concluso Béjò Béjò.

Stefano Pisani