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Morti sul lavoro: esasperata dall’operaio, macchina lo uccide

MONTEGRANARO (FM)- La tragedia si è consumata nelle Marche, nel cuore del settore della produzione calzaturiera. I proprietari della ditta, il suolificio Marzega, si dicono sconvolti: “Non ci spieghiamo proprio come sia potuto succedere, era un macchinario molto educato, salutava sempre i colleghi degli altri reparti. Portiamo sempre rispetto per quella che è una violenza da stigmatizzare, tuttavia è possibile che il macchinario si sia sentito esasperato dall’operaio che lo aveva in cura. La proprietà esprime quindi vicinanza ai familiari della vittima, sostenendo però che le lamentele dell’operaio possano aver influito sull’accaduto.

Una situazione molto delicata, in un periodo dove continuano a esserci morti sul posto di lavoro mentre in pochi parlano di come e quanto le macchine subiscano uno stress continuo dagli stessi operai. Dipendenti che usano ripetutamente un macchinario almeno otto ore al giorno, senza sosta, talvolta senza concedersi una pausa. Oltre a questo abuso quotidiano da parte degli operai, sembra esserci alla base anche molta trascuratezza verso queste macchine. Nel caso della ditta Marzega, per esempio, presse e rulli compressori vengono lasciati soli a tranciare quintali di cuoio senza mai ricevere manutenzione o un complimento.

Sulla presunta vittima, l’operaio morto a soli 45 anni, sono sorti alcuni interrogativi: “Qualcuno sospetta si trattasse di una operaia – dichiara l’AD dell’azienda – che si è spacciata per maschio solo per ottenere un lavoro di merda, faticoso e sottopagato che altrimenti le sarebbe stato precluso per colpa della sua identità di genere”. Nel caso in cui fosse confermata questa ipotesi, potremmo forse trovarci davanti all’ennesimo femminicidio compiuto da un macchinario straniero (la pressa è di fabbricazione tedesca). 

Una messaggio anonimo arrivato questa mattina in redazione farebbe calare nuove ombre sulla già intricata vicenda. A parlare è la presunta moglie dell’operaio che si scaglia contro l’azienda denunciando scarse condizioni di sicurezza e lamentando di averle sottratto il marito che era un semplice marito violento come tanti. Insomma, la trama si infittisce al passare delle ore. È stato aperto un fascicolo e ora tutto in mano agli inquirenti che dovranno far luce su questa brutta storia. Già nei prossimi giorni la procura di Fermo convocherà Barbara Palombelli per una prima consulenza tecnica.

Mattia F. Pappalardo & Sergio Marinelli