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Meloni lancia “ius mortis”: cittadinanza solo a bambini stranieri con aspettativa di vita di 8 mesi

Foto Credits: Italian Government

Arriva dai banchi del Governo una prima e significativa apertura sulla cittadinanza ai bambini stranieri che non servirà assolutamente a nulla, ma che forse riuscirà ancora per qualche settimana a sviare l’attenzione dalla radicale inadeguatezza dell’esecutivo ad affrontare sul serio la questione migratoria (o qualunque altro tema in agenda).

Una proposta con la quale Giorgia Meloni vuole dimostrare alle opposizioni e soprattutto all’elettorato l’infondatezza delle accuse di cinismo e disumanità del proprio operato: “Chi mi imputa di cavalcare singoli casi solo per un becero ritorno elettorale disinteressandomi di tutti i bambini che approdano nelle nostre coste, forse non sa che io sono una madre. Non ricordo se ho mai detto pubblicamente che sono una madre, ma è così. Sono una madre e da madre ho ovviamente a cuore la sorte di tutti i bambini. Purtroppo, però, le risorse sono limitate e possiamo accogliere solo alcuni. Avevamo pensato al sorteggio, ma dove la troviamo un’urna abbastanza grande da metterci dentro tutti i bambini da estrarre a sorte?“. Con queste parole, la Premier ha presentato un’iniziativa legislativa che potrebbe rendere sistematica – e quindi non puramente occasionale – l’acquisizione della cittadinanza italiana per bambini stranieri al ricorrere di determinate condizioni.

Non la nascita sul suolo italiano (ius soli) o il superamento proficuo di un percorso scolastico (ius scholae, accantonato quando alcuni parlamentari avevano manifestato la preoccupazione di poter perdere la cittadinanza): con lo “ius mortis” il Governo propone di concedere la cittadinanza a tutti i bambini stranieri che abbiano una speranza di vita di pochi mesi, non più di 8.

Attenzione, però: l’aspettativa di vita deve essere condizionata da una malattia incurabile il cui esito fatale sia stato assicurato da almeno tre distinti istituti di ricerca.

Sono quindi esclusi, dalla proposta di legge, tutti i bambini che potrebbero sopravvivere accedendo a cure, medicinali e vaccini adeguati: “Mica ci possiamo accollare bambini malati che ci dobbiamo curare noi e magari poi ci dobbiamo pure tenere fino alla pensione? Sono una madre, ma non c’ho scritto Jo Condor!

Sono inoltre esclusi quei bambini la cui probabile morte imminente sia dipendente da: denutrizione, povertà assoluta, instabilità politica, guerre e conflitti in corso, operazioni speciali, esportazione di democrazia, essere nati a Gaza.

Ancora in discussione, invece, l’idea avanzata dal cravattino di Simone Pillon e condivisa dalla ministra Eugenia Roccella di concedere la cittadinanza anche agli embrioni stranieri concepiti in Nazioni in cui è troppo facile abortire.

Francesco Conte