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MARCO TRAVAGLIO AGGREDITO DA UNO SCIAME DI POST-IT

MARCO TRAVAGLIO AGGREDITO DA UNO SCIAME DI POST-IT - Lercio

ROMA – Attimi di panico nella redazione de ‘Il Fatto Quotidiano’, quando uno sciame di post-it, circa una 50ina, tutti di colore, hanno travolto il noto giornalista Marco Travaglio ferendolo al viso ed al corpo con lesioni guaribili in 12 giorni. Secondo una prima ricostruzione, Antonio Padellaro, che è solito approfittare degli uffici dei colleghi assenti per le sue emissioni gassose, avrebbe prima emesso una flatulenza – complice una carbonara vivace – dal sentore di circo con gli animali nell’ufficio di Travaglio, per poi spalancare di corsa la finestra quando lo ha visto arrivare: una fortissima folata di vento ha raggiunto il cronista appena rientrato al lavoro dopo il delicato intervento di ricostruzione dei polpastrelli in fibra di titanio cui si era dovuto sottoporre.

Infatti, a causa della sua febbrile attività di scrittore, Travaglio si era totalmente consumato le falangi riducendosi a scrivere con i metacarpi e con una camera d’aria da bici che gli stringeva i tendini della mano come Kirk Hammeth dei Metallica. E con la condanna a 4 anni del Bunganiere la situazione era degenerata nel sadomasochismo, rendendo necessario un intervento chirurgico che gli ha restituito completamente le funzionalità giornalistiche, con l’unico inconveniente che ora può lavarsi le mani solo con la bio-washball.

Al suo ritorno in redazione, oltre ai gas di Padellaro, si erano accumulati sul monitor del suo pc decine e decine di post-it contenenti avvisi di colleghi, auguri di pronta guarigione, pizzini da decodificare, aggiornamenti sulle querele ricevute, le frasi più autoindulgenti di Bondi e le più belle poesie di Scanzi. Ma a causa dell’uraganica ventata , i post-it si sono staccati e scagliati con tutta la forza del branco sul viso e sul corpo del giornalista, che si è difeso come ha potuto. Ricoverato d’urgenza in evidente stato di shock, è stato dimesso in serata solo dopo che l’infermiere di turno ha pulito sprezzante con un fazzoletto la lettiga dov’era seduto.

Vittorio Lattanzi