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Malatennis. Denunciato Novak Djokovic: durante i tornei faceva l’ostetrico al Loreto Mare

Malatennis. Denunciato Novak Djokovic: durante i tornei faceva l'ostetrico al Loreto Mare - Lercio

NAPOLI – Clamorosa svolta nello scandalo dell’Ospedale Loreto Mare di Napoli, in questi giorni finito al centro di una bufera giudiziaria dopo l’avvio dell’inchiesta sull’assenteismo da parte dei Carabinieri del Gruppo tutela salute e del Nas di Napoli. Secondo quanto emerso finora, non solo un radiologo del nosocomio avrebbe strisciato diverse volte il badge per poi andare a giocare a tennis, ma addirittura il tennista Novak Djokovic avrebbe operato sistematicamente all’interno del reparto Ostetricia dal novembre 2015 allo scorso 24 gennaio.

Una situazione anomala, quella dei furbetti del cartellino, per il Loreto Mare, che finora era finito sui quotidiani esclusivamente per barelle in corsia, falsi certificati medici per truffare le assicurazioni e per i gavettoni con il plasma destinato alle trasfusioni.

L’inchiesta del PM Frongillo ha portato finora a 55 arresti e 84 indagati per assenteismo. Stando alle indiscrezioni trapelate, i primi furbetti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere mentre alcuni hanno risposto anche per altri, strisciando i badge dei colleghi al banco dei testimoni.

Se confermata, la vicenda Djokovic getterebbe nuova luce sulla rottura dei rapporti tra il campione serbo e il suo allenatore, l’ex-tennista Boris Becker, consumatasi lo scorso dicembre. “Io ero convinto che Novak venisse ad allenarsi ma invece… faceva il furbetto. Solo grazie a telecamere nascoste ad alta risoluzione piazzate nelle docce, ho notato che mandava al posto suo qualcuno che gli somigliava molto, e così mi ingannava. Di nascosto, in realtà, Djokovic andare a fare i cesarei al Loreto Mare”.  Quando l’allenatore lo ha messo di fronte al fatto compiuto, è scoppiata una rissa a racchettate in cui Becker ha vinto in tre set 6-1, 6-2, 6-1.

La doppia vita di Djokovic spiegherebbe anche il fatto che di recente il giocatore abbia perso lo scettro della classifica ATP dopo 122 settimane consecutive di permanenza al primo posto. Sembra che l’ATP abbia aperto un procedimento disciplinare proprio a carico di Djoker, accusato di aver saltato anche l’ultimo Australian Open mandando al posto suo la macchina automatica sparapalle da tennis che si usa solitamente in allenamento. “È per questo che ha perso al secondo turno giocando contro un uzbeco – ha dichiarato Chris Kermode, presidente dell’Association of Tennis Professionals – Non sappiamo nemmeno dove sta l’Uzbekistan. Sul serio, qualcuno sa dove sta?”.

L’indagine della Procura di Napoli, nel frattempo, procede a ritmo serrato. In questi giorni, gli inquirenti stanno ascoltando le testimonianze dei primari, dei dirigenti ospedalieri e di Rino Tommasi.

I Nas hanno indagato per mesi su tutti i reparti del Loreto Mare e quindi anche su Ostetricia. Non sono state formulate accuse fino a quando i carabinieri hanno iniziato a notare qualcosa di insolito: un medico che andava a lavorare. “Appena lo abbiamo scoperto abbiamo pensato: non può essere un medico vero. E in effetti era un tennista” rivela un agente dei Nas.

Il dirigente di Ostetricia, appunto, si recava regolarmente al lavoro, in un ospedale praticamente deserto come una finale tra due italiani agli U.S. Open. “Una volta, il ‘dottor’ Djokovic ha risolto un complesso parto quadrigemellare e la difficoltà dell’intervento ha fatto passare inosservato il fatto che la donna in questione avesse partorito anche due palline da tennis. Ma quando ci hanno raccontato che l’ostetrico usava dare lo schiaffetto sul sedere al neonato con la sua racchetta Head Speed, è stato tutto chiaro” continua l’agente.

Finora, Djokovic non ha rilasciato dichiarazioni, anche se, secondo alcuni, avrebbe già lanciato il suo guanto di sfida al radiologo che invece di lavorare in ospedale giocava a tennis – in palio ci sarebbe il posto al Loreto Mare. “E quando avrò finito con lui – avrebbe confidato Djokovic – tutte le lastre del mondo non gli basteranno per guarire”.

Stefano Pisani