Cerca
Close this search box.

Immigrati. L’Ungheria costruisce una cupola anti-marziani

Immigrati. L'Ungheria costruisce una cupola anti-marziani - Lercio

BUDAPEST – Preoccupato dalle ultime notizie che arrivano da Marte, la scoperta della comparsa stagionale di acqua salata, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha deciso di costruire una cupola blindata che protegga l’Ungheria dall’arrivo di nuovi profughi alieni. “Acqua salata – ha spiegato in una conferenza stampa a cui potevano accedere solo giornalisti sgambettatori – significa mare, e mare significa gommoni. Non è difficile indovinare che, con l’arrivo della bella stagione su Marte, saranno migliaia i marziani che caleranno dal cielo a bordo di gommoni spaziali e barconi interplanetari per invadere l’Ungheria. Ma la nostra cupola li fermerà”.

Dopo il “muro” fatto di filo spinato costruito al confine con la Serbia, arriva dunque la cupola indistruttibile, composta com’è al 67% da puro odio razziale.

Il programma di Orban è chiaro: impedire con ogni mezzo ai marziani di arrivare a Budapest. “Gli alieni non sono profughi – ha continuato Orban, lievemente alterato – non sono rifugiati ma migrati economici: la dimostrazione è che non si fermano nel primo pianeta sicuro in cui potrebbero entrare, Venere, ma vogliono il benessere della Terra”.

“Il sistema delle quote è una follia e non possiamo sostenerlo. Mandiamo gli alieni su Giove, è il più grande di tutti i pianeti del Sistema Solare! Poco importa se è gassoso. Sono o non sono rifugiati? Non facciano gli schizzinosi” ha aggiunto Orban, ormai completamente delirante.

E l’Ungheria inizia a fare scuola. Stando ad alcune indiscrezioni, infatti, anche la Germania, che potrebbe essere la seconda destinazione scelta dagli astro-profughi, sta pensando di costruire una sorta di muro intorno ai suoi confini, che però in questo caso sarebbe fatto di Volkswagen diesel col motore sempre acceso.

Nella discussione internazionale sulla vicenda si inseriscono anche le riflessioni di Matteo Salvini: “La Nasa prevede di PORTARE l’uomo su Marte intorno al 2030 e NOI dobbiamo supportarla in ogni modo: finalmente così POTREMO aiutare i marziani a CASA loro”.

Il dibattito si è esteso però anche oltre i confini del Sistema Solare. E’ di pochi minuti fa una dichiarazione che arriva da Da Qo’nos, pianeta madre dei Klingon: “Aplakmak, nanktar Kpank mlat knack”. Parole pesanti che non lasciano presagire nulla di buono.

Stefano Pisani