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Giro d’Italia, traguardo dell’ultima tappa spostato davanti all’Ospedale Sacco

Anche il Giro d’Italia si adegua alla nuova ondata della pandemia da Covid-19. Dopo l’impennata di contagi degli ultimi giorni, gli organizzatori della gara ciclistica hanno deciso di correre ai ripari spostando il traguardo dell’ultima tappa, prevista per il 25 ottobre a Milano, da Piazza Duomo all’ingresso dell’Ospedale Sacco, in via Giovanni Battista Grassi.

La modifica al tracciato ha provocato forti malumori da parte degli atleti e delle numerose categorie di professionisti che ruotano intorno alla sfida per la Maglia Rosa, la polemica è però rientrata quando è stato promesso che alla fine del Giro tutti i sopravvissuti riceveranno un buono omaggio per una fornitura di tamponi o di prodotti e servizi griffati Taffo.

Intanto il dato sui contagi al Giro si fa sempre più pesante, dopo i primi due casi tra i ciclisti e i 17 poliziotti del servizio d’ordine risultati positivi martedì, è di oggi la notizia di 34 nuovi infettati, tutti appartenenti ad un’altra categoria di lavoratori indispensabili nell’organizzazione della corsa: i pusher di farmaci dopanti. La notizia ha fatto infuriare il SSI (Sindacato degli Spacciatori Italiani, NdR), che ha chiesto maggiori tutele verso gli operatori del settore, già martoriati da altre disdicevoli limitazioni.

Ma non è solo il mondo del ciclismo ad essere scosso dal Covid, tutte le discipline sportive hanno incassato colpi durissimi, come nel caso del calcio, dove la dura crisi economica potrebbe costringere numerosi giocatori di Serie A dover rinunciare alla sesta Porsche, o come quello della lotta greco-romana, dove per evitare i contatti diretti verranno proibite le prese e gli atterramenti: gli atleti si sfideranno in una gara di insulti reciproci, da dietro la mascherina. Ma c’è chi sta anche peggio, in Formula Uno si sta assistendo a una tale rivoluzione che entro i prossimi due mesi la Ferrari addirittura potrebbe agguantare un podio.

Gianni Zoccheddu