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Genova, cedono gli stralli che sorreggevano le cazzate di Toninelli

Genova – “Uno scricchiolio, poi è venuto giù tutto”. È il drammatico racconto di un usciere del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che ha assistito al crollo della reputazione di Danilo Toninelli, da promettente politico onesto a sciagura conclamata, al punto da far rimpiangere i politici della Prima Repubblica, però quella del Gabon.

La Casaleggio Associati ammette: “Quando abbiamo progettato Toninelli non pensavamo che avrebbe potuto generare un tale carico di cazzate, ma col tempo – e soprattutto dopo che è diventato ministro – ci siamo accorti che presentava molte criticità, tra cui il fatto di essere Toninelli“.

In molti avevano lanciato l’allarme sulla pericolosità e sull’inadeguatezza di Toninelli, c’era persino chi continuava a negare che il concentratissimo esponente pentastellato potesse essere ministro. Si era arrivati perfino a ipotizzare una serie di “sottosegretari-gronda” allo scopo di smaltire il traffico di cazzate del titolare del Ministero. Ma purtroppo il governo non ha saputo cogliere le avvisaglie, che pure erano piuttosto evidenti. Ecco tutti i segnali che dovevano far capire in tempo che il ministro Toninelli stava cedendo:

Il tweet durante la crisi della nave Diciotti in cui il ministro confonde un rimorchiatore con un incrociatore. Che va bene se si gioca a battaglia navale, meno se si è a capo del Ministero dei Trasporti.

toninelli incrociatore

La nomina di Gaetano Intrieri – condannato in via definitiva per bancarotta – nella task force ministeriale per l’analisi costi-benefici delle grandi opere. “Lui l’ho scelto per analizzare soprattutto i benefici”, ha dichiarato Toninelli.

La nomina nella commissione ispettiva che indaga sul crollo del ponte Morandi di tre elementi che di lì a poco verranno indagati per il crollo stesso. Toninelli voleva nominare pure Morandi, ma poi gli hanno detto che era morto.

La denuncia di pressioni – senza fare i nomi – per non rendere pubbliche le concessioni (per la quale Toninelli è stato bacchettato addirittura da Travaglio, evento che si ripeterà solo fra 870 anni) e la successiva pubblicazione delle “pressioni” che però risalgono a un periodo precedente al suo insediamento.

Lo scatto che lo ritrae sorridente mentre regge il plastico del ponte Morandi insieme a Bruno Vespa. Sembra che Toninelli ci sia rimasto male perché non c’erano le macchinine che cadevano giù. Vespa ha poi annunciato che farà costruire un plastico della dignità del ministro, ma sembra che i suoi tecnici si siano arresi.

toninelli plastico

L’ultima cazzata in ordine di tempo è la pubblicazione su Instagram di una foto dal barbiere, con il solito sorriso di ordinanza, e la frase “Ho revocato la revoca della concessione al mio barbiere”. Toninelli stava rispondendo a una battuta di Lercio (Revocata la concessione al barbiere di Toninelli) ma senza citare Lercio. Così, a cazzo, senza contesto e senza riferimenti. E senza rendersi conto che certe allusioni a fatti tragici, inclusi i richiami al lessico che spesso fa da contrappunto alla cronaca (revoca di concessioni, stralli che cedono) costituiscono materiale adatto a essere maneggiato da un sito di satira che si cimenta con le fictional news, non certo da un ministro della Repubblica. E il web infatti non l’ha presa bene.

toninelli barbiere

Così gli stralli che per mesi hanno retto questo intenso traffico di cazzate hanno ceduto di schianto, portandosi via la reputazione del ministro pentastellato, la pazienza dei genovesi e la residua credibilità delle istituzioni di questo Paese.

E il futuro non è per niente roseo, anche perché la ricostruzione di Danilo Toninelli sarà gestita da Danilo Toninelli.

Eddie Settembrini

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