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Di Battista si congratula con la Raggi: “Ha rispettato il vincolo dei due mandati”

Di Battista vola in Iran per costruire uno scudo antimissilistico in legno - Lercio
Immagine di Kaspo: https://wiki.wikimedia.it/wiki/Utente:Kaspo

Roma (Comune Decasaleggizzato) – “Non sono solito fare complimenti a chi si occupa di politica, per fortuna io non sono mai entrato in questo giro di promesse e falsità, ma stavolta sento proprio il bisogno di congratularmi con la meravigliosa Virginia Raggi”. Così Alessandro Di Battista, ex componente del Movimento Cinque Stelle, ex deputato, ex vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari e ex membro dei Centocelle Nightmare a un passante che gli aveva semplicemente chiesto l’ora.

Guardi, io mi sento felice del risultato elettorale nella città di Roma”, continua ancora mentre scrive un reportage sugli umarell capitolini in Tibet, “e devo veramente congratularmi con Virginia Raggi per quello che ha fatto in questi anni, per l’impegno, la dignità, la volontà di mettersi contro i poteri forti ma, soprattutto, per aver rispettato la regola dei due mandati che per me è sacra. Pensi che ogni volta che qualcuno mi mandava a quel Paese, io aspettavo che mi ci mandasse due volte, sennò non mi sentivo veramente a casa. Grazie, Virginia”.

Perché vede”, continua Di Battista mentre accarezza un cucciolo di alpaca che ha deciso di rimanere con lui dopo uno dei suoi viaggi, “a me piacciono le persone coerenti, nella vita e nella politica. Mi piace chi come Renzi ha sempre deciso di cacare il cazzo al prossimo per il suo egocentrismo, mi piace chi come Fassino ha sempre sbagliato ogni possibile previsione politica, mi piace chi come mio padre ha sempre votato ultradestra e continua a farlo ancora adesso, non vi dico che soddisfazione quando ha potuto scrivere Mussolini sulla scheda… ah, ma state registrando? Sto ovviamente scherzando, mio padre ha votato il Dr. Seduction, il Partito delle Buone Maniere, d’altronde lui è sempre stato un gentleman di altri tempi, il fascista più liberale che c’è. Uno di quelli che sì, è per la deriva autoritaria, ma poi ti regala un cioccolatino se fai il bravo suddito”.

Ma basta parlare della mia famiglia”, si blocca Di Battista, lanciando un bastoncino a uno dei suoi sherpa, “le posso far vedere delle foto della mia splendida moglie e dei miei due cuccioli d’uomo? Pensi che li ho chiamati uno ‘Rodotà’ e uno ‘Onestà’; no, non rivango sempre i tempi in cui ero in politica, ormai ci ho messo una pietra sopra, come quella che vorrei mettere su Luigi Di Maio, più o meno grande come un faraglione. Perché gli uomini fanno così: prima ti colpiscono, poi ti deludono e ti tradiscono. Gli uomini ti cambiano, e tu piangi mille notti di perché. Ma io sono più forte di lui, sono più forte delle sue lampade abbronzanti e del suo inglese stantìo, che tanto lo so che tornerà da me, sulla neve di Cortina. Lì eravamo veramente noi, tutto quello che è successo dopo è solo voglia di potere”, aggiunge un commosso Di Battista mentre usa un bambino honduregno come fazzoletto da naso.

Il mio plauso però continua ad andare a Virginia Raggi”, conclude Di Battista, tornando improvvisamente in tema, “perché ha preso questa città e con dignità, continuità e onestà ha fatto il possibile per non cambiare un cazzo. Gli autobus bruciavano al suo arrivo e continuano a bruciare adesso. Le buche c’erano al suo arrivo e continuano a esserci adesso. L’immondizia era per strada al suo arrivo e continua a esserci adesso. Questa è coerenza. Mica come quella di Luigi Di Maio! Brava Virginia, brava veramente”.

Ma nel ballottaggio che vedrà da una parte Michetti, candidato di centrodestra che ha consegnato il programma due giorni prima delle elezioni, e dall’altra Gualtieri, ex ministro delle finanze del governo Conte II, per chi voterà Di Battista? “Nessuno dei due, io avevo puntato su quello vestito da Nerone. Mi dava molta più fiducia, almeno aveva un programma sicuro e circoscritto: bruciare tutto. O almeno questo è quello che ho capito. Che poi, se potessi, io brucerei solo una cosa: il Ministero degli Ester…”, conclude Di Battista mentre due uomini in camice bianco lo portano in una struttura di riposo per ex onorevoli del Movimento Cinque Stelle.

Davide Paolino – Patrizio Smiraglia