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Crisi di Governo, senatore non ricorda più se sta lasciando Forza Italia o ci sta entrando

Foto Credits: Pixy

Palazzo Madama  – “Vi prego concedetemi di presentarmi. Sono un uomo ricco e raffinato.
Sono stato in giro per tanti e tanti anni. Ho manovrato voti e fiducia di molti presidenti del consiglio.
Ero presente quando Cavour ebbe il suo momento di dubbio e sofferenza.
Ho voluto essere del tutto sicuro che Depretis si lavasse le mani e segnasse il suo destino”.

Sono queste le prime rassicuranti dichiarazioni rilasciate dal senatore Piergiro Trottorella, all’indomani della sua ennesima decisione di appoggiare il non appoggio al governo Conte Ter. Nelle ultime ore pare che all’onorevole Trottorella sia stato diagnosticato un acuto attacco di labirintite dovuto agli eccessivi cambi di casacca compiuti durante la sua ultradecennale carriera di trasformista, al punto da non sapere più se stesse lasciando il gruppo di Forza Italia o vi stesse facendo ritorno.

Il senatore, tuttavia, non ha dubbi sulla bontà della sua scelta, anche se non ha ancora ben capito quale cazzo sia: “Non so cosa sia successo: un attimo prima stavo criticando il governo, quello successivo stavo lasciando il mio gruppo per appoggiare il governo e quello dopo ancora stavo dicendo che Conte non aveva bisogno di me e che quindi me ne sarei tornato da dove venivo, poi ha iniziato a girarmi la testa”.

Trottorella è una vecchia conoscenza della politica italiana e di tutte le crisi di governo in cui c’è bisogno di un peone per formare uno straccio di maggioranza. Il suo percorso politico potrebbe competere per complessità con le relazioni amorose di Brooke di Beautiful: PCI, PSI, MDP, PDUP, PSIUP, PLI, PRI, PSDI, FI, MSI, DC, CCD, UDEUR, NOI CAMPANI (nonostante il senatore sia pugliese), UDC, PDL, PD, AN, FdI, IDV, SVP, PSd’Az, MpA, CoR, Nuovo PSI e NCD, ALA, MAIE, IV e di nuovo FI (e vi sfidiamo a leggere questa sequenza senza pensare a Rino Gaetano).
Alla domanda sul perché non abbia ancora aderito anche al Popolo della Famiglia, il senatore risponde secco: “Mai, persino io ho una dignità”.

Non sono ancora chiare le ragioni del repentino voltafaccia del senatore, un salto triplo avvenuto nell’arco di circa 6 ore, un record persino per lui, considerato da molti il Jonathan Edwards della politica, nonostante le battaglie di civiltà che da sempre porta avanti. Come dimenticare, infatti, il suo appoggio alla legge ex Cirielli, il sostegno all’emendamento chiamato “Salva Previti” che tagliava la prescrizione, o la sua partecipazione nel 2011 alla proposta di legge per abbreviare i tempi della prescrizione agli over 65, che avrebbe favorito Berlusconi nel processo Ruby? Insomma, tutte questioni che potevano riguardare un qualsiasi cittadino del nostro Paese, sempre che fosse proprietario di tre televisioni, qualche casa editrice e una squadra di calcio: “Stavo andando ad assicurare a Conte che ero pronto ad appoggiare il suo tentativo di formare un nuovo governo, quando ho visto una luce abbagliante e ho sentito una voce che mi diceva Piergiro, Piergiro, perché mi perseguiti? Anche se forse non era una luce, era più uno squillo di telefono, e la voce mi diceva in accento lombardo Uè, pirla, che fai, mi tradisci? Cribbio!

Dopo averlo visitato, il medico ha prescritto all’onorevole Trottorella tre giorni di convalescenza nel Gruppo Misto e gli ha soprattutto sconsigliato di comprarsi un cavallo cui potrebbe affezionarsi troppo.
Il senatore non è sembrato, comunque, per nulla demoralizzato dal lieve malessere che l’ha colpito e ha dichiarato che intende arricchire ancora per molti anni la sua bacheca di vorticose trasformazioni, citandone persino alcune cui tiene particolarmente, e che non possono non indurre simpatia per il trasformista: “Giravo dalle parti dell’hotel Brufani quando vidi che era tempo di un cambiamento.
Ho aiutato il duce e i suoi gerarchi, Matteotti ha gridato invano.
Ho guidato un Transatlantico, ho avuto il grado di capogruppo,
quando il Compromesso Storico divampò e i Dorotei imperversavano.
Urlai forte Chi ha comprato De Gregorio? Quando chi era stato lo sapevo pure io.
Piacere di avervi incontrato, spero che ricorderete il mio nome,
ma ciò che vi imbarazza è la natura del mio gioco”.

Augusto Rasori