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Continua l’anno d’oro dell’Italia: prima anche nella classifica delle morti sul lavoro

Foto Credits: Fran Hogan

Roma (INAIL) – Le soddisfazioni per il nostro paese nel 2021 sembrano davvero destinate a non arrestarsi.
Dopo l’affermazione dei Måneskin all’Eurovision e la vittoria agli Europei di calcio, le medaglie in Olimpiadi e Paralimpiadi, gli ori nel ciclismo, la doppietta nella pallavolo, i successi nel cricket, nelle gare di acconciature, pasticceria, tiro alla fune, briscola, salto della quaglia, razzismo, scaricabarile, uncinetto e rugb… no, rugby no, e il premio Nobel per la Fisica, per l’Italia arriva un nuovo importante traguardo: il record di morti sul lavoro verificatesi nei settori più disparati, dall’edilizia all’agricoltura, numeri che probabilmente non si riscontravano dai tempi della trionfale campagna di Russia del 1941.

Il presidente del Consiglio non ha mancato di elogiare la grande varietà di modalità con cui queste tragedie si sono verificate: “È il segnale palese che la nostra nazione sa orgogliosamente spaziare in ambiti diversi e non si limita a crogiolarsi in un unico limitato settore e, anzi, non teme di ampliare i propri orizzonti e di svolgere quella mission fondamentale per poter raggiungere ulteriori traguardi, ovvero diversificare”.

Il leader di Confindustria ha invece voluto soffermarsi sul fatto che questa è la dimostrazione lampante di quanto le litanie sulla classe operaia che non esisterebbe più siano solo fantasie di una sinistra ancorata a schemi ormai arcaici e bocciati dalla storia: “Gli operai, nonostante il nostro impegno quotidiano a sterminarli aumentando la produttività richiesta senza le necessarie misure di sicurezza, esistono ancora “.
I sindacati ribattono prontamente che è comunque un po’ eccessivo costringere ad avere il Green Pass per morire schiacciati da una pressa e che sarà loro priorità dare battaglia perché tale obbligo venga cancellato.

Il ministro del Lavoro ha intanto assicurato che si spenderà personalmente per garantire che ci sia la volontà di confermare l’intenzione di rendere certa l’implementazione dello sforzo di trovare una convergenza sulla possibilità di una sintesi mirata a creare le condizioni per un accordo tra tutte le parti interessate a individuare ogni possibile meccanismo atto a realizzare le premesse necessarie a salvaguardare le tutele dei meccanismi di concertazione idonei a delineare le azioni indispensabili ad affrontare la questione.

A seminare dubbi sull’ennesimo trofeo conquistato da questo, troppo spesso immeritatamente criticato Paese, è la variegata galassia No Vax per la quale i numeri delle morti bianche sono gonfiati ad arte dai poteri forti allo scopo di celare la loro vera causa: le reazioni avverse al vaccino.
I partiti di centrodestra hanno invece già avvisato il governo che il fatto che tali risultati siano arrivati anche grazie al contributo di lavoratori giunti da paesi stranieri non deve essere usato come pretesto per riaprire il capitolo sullo ius soli.

Nel frattempo il Quirinale non nasconde un certo fastidio per la mancanza di rispetto e di gratitudine mostrata da muratori, operai, tecnici, agricoltori che hanno perso la vita durante la loro attività lavorativa e che non si sono presentati al ricevimento organizzato dal Colle per ricevere il plauso da parte del presidente della Repubblica in persona.

Abbiamo comunque contattato un ingegnere edile per domandargli quali misure di sicurezza abbia promosso nel suo cantiere e ci ha assicurato che ha fatto avvertire gli operai che il primo che casca gli spacca il muso.*

Augusto Rasori

* Questa battuta non è mia, è di Dario Fo e nel 1962 gli costò la censura da parte della Rai.