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“Col reddito di cittadinanza non c’è più lavoro per noi”: Caritas chiude e delocalizza in India

“Col reddito di cittadinanza non c’è più lavoro per noi”: Caritas chiude e delocalizza in India - Lercio

Via dalla Povertà (Celestopoli) – Dopo l’annuncio del vice-Premier Di Maio sull’abbattimento della povertà ormai ogni italiano aspetta con trepidazione la fine della sua condizione di indigente. Molti hanno già iniziato a prenotare vacanze per luoghi paradisiaci, a comprare robe tecnologiche completamente inutili o ad aprire conti in Svizzera pur possedendo magari solo gli indumenti che si portano addosso, ma l’entusiasmo in questo momento la fa da padrone. Ogni settore però ha il suo business e anche la povertà non è da meno: lo sa bene l’associazione Caritas italiana, dove le code per un pasto caldo erano sempre lunghe e costanti e che ora vede il proprio settore fallire miseramente.

Molto probabilmente gli italiani si sentono già meno poveri,” ci dice Pia Cortese, una delle responsabili della mensa della Caritas a Roma “ le file si sono dimezzate, e quelli che vengono hanno iniziato anche a pretendere un accompagnamento di vino dedicato a tutte le pietanze. Un ragazzo riccioluto sulla quarantina una volta ha persino preteso di assaggiare tutti i piatti e poi ha dato i voti ad ognuno di essi, diceva che con il suo voto avrebbe potuto confermare o ribaltare il risultato. Ancora ci stiamo chiedendo cosa cazzo volesse dire. La situazione è tragica e, a quanto pare, in molti dicono che per Aprile nessuno si siederà più a mangiare da noi, siamo vicini al fallimento. Dannata manovra. Dannato governo giallo-verde“.

La Caritas ha però lanciato in questi giorni un appello a tutti i finti poveri, cioè a tutti i ricchi che per il fisco non esistono e che magari dichiarano zero o poco più e in realtà sono ricchi da far schifo, tipo i dentisti o i parcheggiatori abusivi: “Venite da noi, ostentate la vostra finta povertà, almeno fino ad Aprile, quando anche voi prenderete il reddito di cittadinanza e scenderete in piazza se non ve lo daranno pur avendo in banca somme superiori a cinquantamila euro, fatelo per una buona causa: i veri poveri ci hanno abbandonato, loro non vogliono più ostentare la loro situazione. Voi sì, sarete ancora più credibili per la Guardia di Finanza”. Un appello però caduto nel vuoto: i finti poveri, hanno fatto sapere, non sopravvivrebbero fino ad Aprile mangiando quel tipo di cibo.
 
Una brutta botta per la Caritas, che con molta probabilità sarà costretta a chiudere i battenti e dislocare in India.
“Cercheremo i poveri altrove,” ci dice Brandina Costasecca, altra responsabile che sta organizzando il trasferimento delle varie sedi italiane nell’enorme stato asiatico “ siamo dei sognatori, e so che là troveremo il nostro ideale di pauperismo. In Italia, per colpa di questo Governo, non ci resta che dichiarare fallimento e andarcene all’estero”.
 
Ma la nuova ondata di ricchezza avrà sicuramente risvolti positivi, come il progetto dello chef stellato Carlo Cracco, che aprirà presto un nuovo ristorante dove si potranno gustare pietanze semplici ma cucinate da lui: “L’idea è quella di far sentire ancora meno povera la gente, uno dei miei piatti sarà: ‘scatola di tonno aperta dallo chef televisivo Cracco Carlo in evo su piatto bianco di finta porcellana con finto grissino di dita, costo: cinquantadue euro, servizio escluso. Insomma i menù saranno adeguati ai nuovi redditi di cittadinanza” conclude Cracco, “D’altronde se vuoi dimenticarti della tua ex condizione di persona disagiata devi imparare da subito a pagare tantissimo una roba che costerebbe tre euro massimo quattro in una tavola calda”.
Sergio Marinelli