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Ciclista sfiora volante della Polizia, Salvini: “Atto di guerra contro carro armato italiano”

Roma – “Ho già ordinato al ministro della Difesa di schierare al fronte tutti i combattenti di terra di mare e dell’aria, e di consegnare la dichiarazione di guerra alla Germania, Francia, Olanda, Spagna, Marocco, Grecia, Malta, Tunisia, Libia, Etiopia, Eritrea, Irlanda, Pakistan, Mongolia, Finlandia, Ecuador e anche alla nazione di quel tizio che si è beccato l’ultimo hamburger al fast food prima di me, che poi erano finiti e non ho potuto lasciare nessun messaggio politico su Facebook, non so da dove venga quello sbruffoncello, ma ho chiesto agli agenti della Gestapo di scoprirlo al più presto”. Con queste parole il vicepremier Matteo Salvini reagisce all’ennesimo attacco militare portato al cuore della Repubblica Italiana dai poteri forti vili e traditori.

Il blitz nemico arriva dopo quello della Sea Watch 3, dove il berretto verde al soldo di Soros Carola Rackete ha cercato con il suo barcone di spingere dalla banchina di Lampedusa tutta la penisola italica verso est, per spostarla e farla attaccare all’Albania, in modo da favorire l’invasione via terra dalla rotta balcanica, e facendo rischiare la vita ai 350 mila uomini della marina militare che tentavano di contrastarla a mani nude dal ponte della nostra nave ammiraglia: una motovedetta in vetroresina della Guardia di Finanza lunga 10 metri. Stavolta però l’offensiva non è giunta dalle solite orde di clandestini miliardari amici dei banchieri del gruppo Bilderberg, o dai loro complici delle cosche no-profit, ma dall’italianissimo Beniamino Malusseno, studente universitario a Roma 3, probabile zecca rossa buonista razzista al contrario (secondo alcuni funzionari della polizia militare Kempeitai una volta avrebbe detto che i migranti sono persone) e sedicente essere umano.

Malusseno ha infatti sfiorato in bici una volante della Polizia in servizio al Quadraro ferma sul ciglio della strada, uscendo da una curva cieca mentre rientrava dalla biblioteca universitaria. Di fronte all’attacco gli agenti si sono prima tuffati nella trincea difensiva per ripararsi dalla catena di esplosioni dell’artiglieria Ong. Poi hanno chiamato via radio il ministro Salvini per ricevere ordini e istruzioni sul da farsi. Il leader leghista ha ordinato di arrestare, processare, condannare, scuoiare ed espellere il ciclista, e di richiamarlo dopo 5 minuti per fargli sapere se era stato tutto risolto.

Con il supporto dell’aeronautica e dei satelliti spia i poliziotti hanno fermato Malusseno, che per evitare lo scontro con la vettura era caduto dalla bici, sbucciandosi il ginocchio ed esibendo con spavalderia il colore rosso comunista del sangue, classico esempio di persona che fa politica contro il Governo del cambiamento senza essere stata eletta. Gli agenti hanno quindi perquisito il nemico per vedere se nascondesse qualche clandestino tra le pagine dei libri che aveva nello zaino, ma avendovi trovato solo un manuale di storia contemporanea e il Vangelo, sono stati costretti a commutare la pena di morte in semplice ergastolo.

In serata il ministro Salvini, dal centro di comando del Papeete a Milano Marittima, ha espresso solidarietà ai militari italiani chiedendo al dj un minuto di stop al trenino conga e congratulandosi per l’ottima riuscita del cocktail con il barman.

Gianni Zoccheddu