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Calenda vince 20 euro al Gratta&Vinci ma va a ritirarli Di Maio

Calenda vince 20 euro al Gratta&Vinci ma va a ritirarli Di Maio - Lercio

ROMA – Dopo la vicenda del salvataggio dell’Embraco e quella legata alla vendita dell’Ilva, Carlo Calenda si è visto sfuggire inopinatamente un altro riconoscimento per un risultato ottenuto grazie all’impegno da lui profuso.
Tutto nasce quando l’ex ministro allo Sviluppo Economico si è recato al circolo ‘Vladimir Il’ič Ul’janov ma anche Papa Giovanni’ ai Parioli, per iscriversi, dopo lungo rovello interiore, ufficialmente al PD: costo della tessera 5 euro.
Avendo solo una banconota da 10 ma non essendocene 5 nella scatola di caffè Illy, usata come cassa, a Calenda è stato proposto di ricevere il resto in caramelle, schedine del Gratta&Vinci o azioni Banca Etruria.
Ho la glicemia alta e con quelle azioni spazzatura a me non mi ci inculate!” – ha prontamente risposto lo scafato politico-manager – “per cui vada per la schedina”.

Si trattava dell’esclusivo Tacca&Vinci, concorso riservato ai tesserati del partito in cui sotto la patina argentata si deve trovare ripetuta quattro volte la figura di un eminente rappresentante del PD: se esce la Boschi sono 1000 euro, se esce la Serracchiani sono 500 euro, se esce Gentiloni si va a patta, se esce Orfini devi versare tu altri 5 euro.
E se esce Renzi?” ha chiesto Calenda.
Si vince un milione di euro ma vanno direttamente sul suo conto per pagargli la villa in via Tacca a Firenze”.

Tornato nel suo studio il dirigente, dopo 14 settimane ininterrotte a compulsare le 23.000 pagine del dossier dell’Ilva, si è concesso una breve pausa durante la quale ha preso un fermacravatta della Ferrari in crine di Montezemolo per rimuovere l’argento dalla schedina e con sua grande sorpresa gli sono apparsi quattro Maurizio Martina. Valore della vincita: 20 euro.
Riposta distrattamente la schedina sulla scrivania, Calenda si è immerso nuovamente nella lettura dei delicati e ponderosi documenti, documenti che nei mesi seguenti sono passati al suo successore, Luigi Di Maio, che, non volendo incontrare chi l’aveva preceduto nell’incarico, a recuperare i 24 preziosi volumi ha mandato suo padre, piccolo impresario edile, con una carriola.

Passati circa 4 mesi il figlio di Cristina Comencini ha ricevuto per la prima (e unica) volta una ormai inaspettata telefonata dal ministro dello Sviluppo Economico in carica: “Ue’, Carle’, tutt’a ppost’? Soggigi! Senti, io lo sai non te volevo proprio chiama’, ma ce sta nu cazz’ e problema. Stavo a studia’ sto malloppo e ti volevo chiedere ‘na cosa. Ma l’indice… ‘ndo sta?
Ho lasciato un segnalibro a pagina 1
Ah, apposto, non ero ancora arrivato fino a lì!

Il segnalibro in questione era, però, la schedina vincente con il poker martinesco che il ragazzo di Pomigliano ha immediatamente proceduto a intascare, tanto doveva andare alla Sisal a compilare la dichiarazione dei redditi dei suoi famigliari.
Per verità di cronaca, va, però, precisato che il vice-premier non ha trattenuto i soldi della vincita tutti per sé ma ne ha versati metà a favore della piccola e media impresa.
La foto con suo padre, mentre reggono sorridenti un assegno da dieci euro, ha rappresentato un momento di grande speranza per il futuro di questo spesso ingiustamente bistrattato paese.

Augusto Rasori