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Calcio, il Cardinale Bertone candida il suo attico per ospitare il Mondiale 2026

Calcio, il Cardinale Bertone candida il suo attico per ospitare il Mondiale 2026 - Lercio
Il cardinal Bertone nella conferenza di presentazione della candidatura svolta nell'antibagno del suo attico

Vaticano (Palazzo San Carlo) – “Voglio diventare il Tarcisio più famoso del mondo del calcio“. “Veramente ci sarebbe prima Burgnich“. “Dopo che organizzerò il Mondiale del 2026 la gente non si ricorderà più di Burgnich, Facchetti o Gigi Rivera!

È con questa smisurata ambizione che il Cardinale Bertone si accinge a presentare la candidatura per ospitare nel suo discusso maxi attico i Campionati del Mondo di calcio che faranno seguito a quelli di Qatar 2022.
Il Monsignore non ha dubbi: “Ho speso 500 umili miliardi di euro di tasca mia (be’, a parte qualche spicciolo pescato da diversi conti dello IOR) per ristrutturare questa modesta dimora di tutti e adeguarla ai rigidi standard della Fifa. Ora la capienza è di circa 50.000 posti per ogni stanza!
Sono molti però ad accusare Bertone di voler usare il calcio solo per migliorare la propria posizione agli occhi di chi lo accusa di aver utilizzato per i lavori di ristrutturazione fondi invece destinati all’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù.
L’alto prelato, che si era già distinto per generose manifestazioni umanitarie dopo le prime clamorose rilevazioni di Google Maps sulle dimensioni del suo appartamento, respinge al mittente in tono perentorio  tali insinuazioni: “Queste sono fantasie davvero ridicole! Il calcio quando è nato? Nel XIX secolo? Vogliamo risalire fino a quello fiorentino in epoca medievale? Io faccio parte della Chiesa, che esiste da 2000 anni! Vi pare che abbia bisogno di puntare altrove per gettare fumo in faccia alla gente? E non sto parlando del turibolo! Ah! Ah! Ah!

A chi gli chiede perché il nome proposto per la candidatura non sia “Vaticano 2026”, Bertone risponde con grande umiltà che non è il suo attico a trovarsi nel Vaticano ma il Vaticano a essere nel suo attico e dato che il suo attico è lui, è naturale che il mundial dovrà chiamarsi “Bertone 2026”.
Certo, i lavori non sono finiti: la cucina per ora contiene solo due ristoranti, alcuni sushi bar e una succursale di Eataly e l’eliporto sul pianerottolo non sarà sufficiente a smaltire l’intenso traffico di velivoli che si presenterà nel caldo mese di partite della manifestazione globale, anche se il Segretario di stato emerito ha già annunciato l’imminente realizzazione di una pista aeroportuale in una porzione della terrazza: “Per i finanziamenti è già tutto a posto. Lancerò le canonizzazioni a 500.000 euro l’una. Vuole che a Napoli non si trovi uno disposto a spendere quella cifra per beatificare Maradona? O una nobildonna milanese che non bada a spese per canonizzare il proprio micio martirizzato da un eccesso di croccantini?”

L’Arcivescovo celebrerà la sua candidatura offrendo un rinfresco francescano con tartufi d’Alba grandi come palloni da calcio. E comunque Bertone, oltre alla capacità manageriale e all’intraprendenza imprenditoriale, custodisce anche un cuore sensibile e generoso: “Nonostante le deplorevoli azioni che mi si attribuiscono, voglio comunque dimostrare che non serbo rancore verso quelle povere creature debilitate del Bambin Gesù, che con la loro cagionevole salute impegnano una parte tanto rilevante del bilancio che mi piacerebbe spendere altrimenti. Ho infatti deciso che nel mondiale di ‘Bertone 2026’ saranno loro i miei  raccattapalle!

Augusto Rasori