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Berlusconi, Zangrillo ottimista: “La leucemia clinicamente non esiste più”

Photo Credits: Screenshot da Youtube

San Raffaele (Inferno, Canto XXXV) – Ha destato subito meraviglia il centesimo ricovero di Silvio Berlusconi (famoso imprenditore diventato ricco seguendo i consigli del proprio esperto stalliere in fatto di cavalli) il 5 aprile scorso. Meraviglia ma soprattutto preoccupazione dato che sin da subito si sapeva che non c’erano processi da schivare. “Ma che cazzo sta facendo? Non ci sono processi programmati questa settimana” avrebbe detto uno dei suoi mille avvocati, il cui nome rimane avvolto in un alone di mistero.

Il Cavaliere sarebbe stato portato presso l’Ospedale San Raffaele per farsi assistere dallo stimato e ormai amico Professor Alberto Zangrillo, primario del Genoa e Presidente del San Raffaele o viceversa. Il Primario Presidente o Presidente Primario è diventato famoso alle cronache per il suo contagioso ottimismo, ottimismo a cui si è voluto aggrappare Berlusconi come fosse una cena elegante.

Da fonti vicino a Berlusconi si apprende che sarebbe stato deciso il suo ricovero a seguito di problemi respiratori dovuti a un’infezione polmonare, all’arrivo in ospedale Zangrillo avrebbe subito disposto di attaccarlo alla macchina dell’ossigeno all’odore di pacchio, una nuova fragranza ideata per i vecchi puttanieri e già molto in voga in Sicilia.
Che la situazione fosse seria Zangrillo lo ha capito quando le iniezioni di bunga bunga non sortivano alcun effetto, ed è stato proprio per tale motivo che è stato costretto a ricorrere all’arma che non avrebbe mai voluto utilizzare: la medicina.

Uno stuolo di giornalisti in apprensione per la notizia si è subito riversata fuori dal San Raffaele, apprensione che si è trasformata in vera e propria disperazione quando si è appresa la notizia che il Cavaliere sarebbe affetto da leucemia mielomonocitica cronica. È stato lo stesso Professore Zangrillo a distendere i toni facendo sfoggio di tutto il suo ottimismo: “Non dico che la leucemia è ormai clinicamente morta, ma quantomeno clinicamente non esiste più, un po’ come il Covid per farvi capire meglio”.

Claudio Favara