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“Basta sete, stappa una Madonna”, la campagna di Papa Francesco contro la sete nel mondo

"Basta sete, stappa una Madonna", la campagna di Papa Francesco contro la sete nel mondo - Lercio

Secondo l’Istituto Nazionale dei Rabdomanti Italiani, nelle madonnine souvenir esisterebbe una quantità d’acqua tale da poter sostenere idricamente uno stato come il Burkina Faso per i prossimi 100 anni e che, se non utilizzata a dovere, potrebbe mettere a rischio la potabilità delle falde acquifere dei principali paesi a maggioranza cattolica, come già accaduto in Campania a causa delle perdite di acqua santa dai bunker dei boss latitanti raccontate da Saviano nel libro ‘Gomorra’. Le famigerate madonnine souvenir di cui stiamo parlando provengono dai luoghi di culto di tutto il mondo, in particolar modo dalla Penisola iberica, inventate durante il proibizionismo da Sir Rusgnak II Arciduca di Miami Beach per rifornire le curie di vino per celebrare le messe.

Dai dati dell’I.N.R.I. l’Italia risulta al 4° posto nel mondo ed al 2° posto in europa, subito dopo Malta, con una media di 1,34 madonnine procapite ed è uno dei paesi a più alto rischio d’inquinamento, questo perché l’acqua, se pur benedetta, dopo anni subisce inevitabilmente una naturale evaporazione, aumentando pericolosamente la concentrazione dei sali all’interno. Inoltre, il ristagno nella plastica trasferirebbe diossina, bisfenolo A e Ftalati nel liquido in percentuali ilviche, che se disperse nell’ambiente potrebbero aggravare l’emergenza idrica mondiale di cui già soffrono oltre un miliardo e mezzo di persone.

Sul territorio nazionale sarebbero giunti, solo negli ultimi 30 anni, oltre 60 milioni di pezzi, un vero e proprio ‘miracolo d’acqua’ custodito dentro mobili vintage. Emblematico il caso di Cesira Favara, 83enne siciliana, che aveva custodito senza mai usarla – nonostante fosse rimasta vedova per 3 volte – una Madonnina di Lourdes riportata dal viaggio di nozze 47 anni fa. L’acqua era evaporata così tanto da poter scorgere il miracolo disidratato all’interno, anche se ormai compromesso.

“Nel sito www.inri.it troverete una raccolta di FAQ con le risposte dell’esperto sulla conservazione e l’eventuale smaltimento delle madonne, oltre a una simpatica carrellata di immagini” – commenta con un pizzico d’orgoglio il presidente Gavino Sandrosu, che ci anticipa: “Consiglio di girarle almeno 2 volte all’anno e di conservarle in luoghi freschi ed asciutti. Le statuette di oltre 20 anni devo essere preferibilmente bollite con altra acqua benedetta che troverete presso i rivenditori autorizzati. Inoltre le madonnine vanno consumate entro 3-4 anni dalla data di imbottigliamento riportata sul tappo coroncina. Ma soprattutto usatela! E’ pur sempre acqua miracolosa, non aspettate le ‘grandi occasioni’, che tanto in paradiso uscirà dal bidet”.

Sempre secondo il Presidente dell’I.N.R.I. la Chiesa Cattolica non è esente da responsabilità: “Se l’acqua fosse stata imbottigliata e spedita in Africa sicuramente ad oggi avremmo pianto meno Missionari”, commenta amareggiato. In realtà la Chiesa si sta già muovendo attivamente in questa direzione: dopo il tentativo di contenere lo spreco gasando il contenuto – tentativo senza successo che ha causato solo la decapitazione di intere partite di madonnine –  ora è direttamente Papa Francesco a scendere in campo per contrastare il problema, grazie alla nuova campagna lanciata in tutte le parrocchie: “Basta sete, stappa una Madonna”.

Vittorio Lattanzi