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Archeologo guarda una foto di Rita Pavone e scopre un’antica mappa del tesoro

Cagliari (Lega Nord) – Sembrava una tranquilla serata di riposo ma Sergio Carrocciu, famosissimo paleontologo, archeologo, scopritore di misteri, amico fraterno di Roberto Giacobbo e cognato dei rettiliani, non immaginava affatto come sarebbe cambiata la sua vita di lì a poco. Lo studioso aveva, infatti, progettato di guardare con sommo interesse lo speciale su Woodstock che Rai Due aveva deciso di far condurre, su indicazione del direttore di rete Carlo Freccero, a Rita Pavone, nota cantante hard rock italiana, con influenze metal e digressioni varie nell’elettronica.

Freccero, successivamente, aveva spiegato il motivo di questa scelta: “Abbiamo fatto condurre un programma a Sortino dopo la svolta mistica, abbiamo messo in prima serata le robe vecchie di Beppe Grillo ottenendo uno share disastroso, dato che ora fanno più ridere le dichiarazioni serie che fanno gli esponenti del suo Movimento, che ci costa mandare in onda la Pavone per uno speciale su Woodstock? E non è finita qui: tra un mesetto vi anticipo che ci sarà una trasmissione tutta dedicata all’heavy metal e ai festival in giro per l’Europa, e sarà condotta da un maestro del settore: Al Bano Carrisi“.

Carrocciu, comunque, era ben disposto a sorbirsi tutta la visione del programma della Pavone, in virtù anche di una vecchia infatuazione che aveva per la cantante durante la sua infanzia, ma, al suo ingresso in studio, stava già dormendo della grossa: “Mi sono assopito e ho sognato di vivere nel paleolitico, circondato da dinosauri con il volto di Paolo Del Debbio. Questi si facevano le domande tra loro sui problemi della società in cui vivevano e concludevano ogni discorso dando la colpa ai precedenti governi di sinistra. Mi sono spaventato e mi sono risvegliato colpito da una sete incredibile. Ma prima di andare a bere, ho guardato meglio il viso della Pavone sullo schermo del televisore. Era incredibile. Avevo effettuato una scoperta unica al mondo“.

Il Carrocciu, visibilmente entusiasta, inizia a spiegarci il suo eccezionale ritrovamento: “Sul volto di Rita Pavone c’era qualcosa che mi ha colpito. Immediatamente ho bloccato l’immagine, ne ho fatto uno screenshot e l’ho mandata a tutti i miei colleghi. La nostra chat whatsapp dedicata al calcetto, ai video amatoriali e al fantacalcio ha subìto un’impennata di commenti entusiasti: avevamo tra le mani la mappa di un tesoro, sicuramente azteca risalente all’epoca tra XIV e XV secolo“.

Decidiamo subito di partire“, continua il Carrocciu, “e non potete capire con quale entusiasmo ci siamo recati al luogo indicato sulle mappa. Abbiamo dovuto superare anche una certa quantità di ostacoli: indios incazzati neri, burocrati che non vedevano l’ora di spillarci denaro manco fossimo in Italia, una tribù di pellerossa che aveva sbagliato strada qualche secolo fa, e un gruppo di ragazzi che sono usciti dalla società e che vivevano nella rovina azteca in nella pace più completa, dediti al solo culto del Potente Fazzuoli, il primo vero globetrotter televisivo. Credo ne ricaverò un libro su quest’avventura“.

E il tesoro“, conclude Carrocciu, “era situato sotto una pila di mattoni su cui le persone andavano abitualmente a ballare, segno che la Pavone nelle sue canzoni stava cercando da decenni di fornire degli indizi per il suo ritrovamento, tesoro che, gioia delle gioie, consiste nella ricetta unica, vera e originale della pappa al pomodoro, così come l’avevano pensata gli indios centinaia di anni fa. E anche nella ricetta della carbonara: e sì, purtroppo per voi, ci vuole la panna“.

Emanuele Sibiriu & Davide Paolino