Cerca
Close this search box.

Wikileaks: “La CIA conosce le cartelle dove salvate i porno”. Panico in rete

FatalError (DoNotDelete) – Dopo soli pochi giorni dalla diffusione del “Vault 7”, un nuovo dossier di Wikileaks è destinato a mettere in grave imbarazzo l’agenzia di intelligence statunitense che ora rischia l’espulsione dal Grande Fratello.

È ormai noto come la CIA abbia sfruttato le falle nella sicurezza per tracciare e spiare conversazioni e scambio di informazioni tra migliaia di cittadini nel mondo. Ogni dispositivo dotato di una connessione ad internet è potenziamente accessibile da remoto ed è in grado di rivelare anche i dettagli più intimi della nostra vita privata a perfetti sconosciuti: dai PC agli smartphone, per arrivare alle TV di ultima generazione. E nemmeno con certi frigoriferi si può stare più tanto al sicuro.

Sonni decisamente poco tranquilli per chi ama ballare seminudo davanti alla TV, per chi si scaccola al pc e per gli uomini che comprano yogurt dietetici.
Con il nuovo dossier, il “Vault 69”, Wikileaks rivela l’elenco redatto dalla CIA con tutti gli indirizzi delle cartelle usate da oltre 240 milioni di utenti per salvare video porno. Tra le directory più usate vi sarebbe la famigerata cartella C:WINDOWSsystem32 il cui nome minaccioso tiene facilmente alla larga le mamme e Selvaggia Lucarelli.
Una fonte interna della CIA, che ha chiesto di restare anonima e che quindi chiameremo senza usare le sue iniziali Arron Rump, ha spiegato come sia stato semplice risalire alle cartelle coi porno. Secondo Rump: “Nei film e nelle serie TV gli agenti della CIA sono sempre rappresentati come dei superfichi uomini d’azione, ma quelli del reparto informatico sono dei semplici nerd pipparoli che hanno cercato semplicemente nei posti in cui erano abituati a nascondere i loro filmini”.

Gli adolescenti di tutto il mondo si starebbero già organizzando per fronteggiare la minaccia: ritorno al Nokia 3310, ai VHS e alle riviste di carta. Circostanza che secondo alcuni dimostrerebbe come dietro la diffusione del “Vault 69” si nasconda in realtà un complotto mondiale degli edicolanti.

Nicolò Premoli