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Vangelo, spunta la tesi del complotto: “Gesù ucciso dalla lobby dei produttori di vino”

Vangelo, spunta la tesi del complotto: "Gesù ucciso dalla lobby dei produttori di vino" - Lercio

San Grias de la Ronda (Spagna) – Il più grande bestseller di tutti i tempi continua a regalare ai suoi lettori colpi di scena da quasi duemila anni. Stavolta tocca all’ esegeta spagnolo Mauricio Del Quero, tra i più illustri esperti mondiali sulla Saga dei Dios, annunciare una svolta incredibile nel cold case della morte di Cristo. Il teologo, durante le sue ricerche sul Vangelo di Giuda, avrebbe a suo dire scoperto prove inconfutabili che Gesù non è stato ucciso dai giudei nel modo che tutti conosciamo, ma fu vittima di un meschino complotto ordito dalla potente lobby dei produttori di vino di Galilea, allarmati dalla diffusione della notizia che un uomo fosse in grado di tramutare fino a 100 otre di acqua in vino in pochi istanti.

Del Quero spiega che le prime tracce della viticoltura e della fermentazione del succo d’uva risalgono a 4000 anni avanti Cristo in Armenia e che la pratica si è diffusa a macchia d’olio ovunque negli anni a venire: “Ai tempi di Dio Jr. il vino di più largo consumo era il Tabernellus, più volte citato nei testi sacri e prodotto prevalentemente in un territorio compreso tra le attuali Libano, Giordania e Israele, l’antichissima pratica della viticoltura rappresentava un giro d’affari pari al 40% del Pil dell’epoca in quei territori, chiunque avesse messo a repentaglio un indotto simile, sarebbe stato come minimo perseguitato e crocifisso a morte”.

Sempre secondo il teologo l’Ultima Cena, il celebre affresco di Leonardo da Vinci, in realtà rappresenterebbe il giorno dell’agguato a Cristo proprio ad opera della potente lobby dei viticoltori, come si legge nel suo saggio “Tutte le damigiane di Gesù“: “Quando giunse voce che un capellone palestinese con gli occhi azzurri aveva il potere di trasformare l’acqua in vino magicamente, tutti i produttori del consorzio del  Tabernellus si riunirono per cercare di capire come potesse avvenire un prodigio del genere. Convocarono alchimisti, contadini, ingegneri navali, donne con la brocca dell’acqua, pastori ed altri esponenti del presepe per studiare e spiare il prodigio. Riuscirono ad entrare in contatto con Giuda, a cui affidarono con l’inganno, una brocca di Tabernellus da sostituire con quello a tavola con la scusa di vedere se il loro capo si sarebbe accorto della differenza, e che Leonardo, a conoscenza della storia, avrebbe sapientemente raffigurato. Il Tabernellus versato da Giuda rappresenterebbe il più alto tradimento nei confronti di Gesù, e fu questo che lo spinse al suicidio”.

Vittorio Lattanzi