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Uomo vive da 30 anni con un’ostia attaccata al palato

CELLINO SAN MARCO – Era il 1984 quando quella che sembrava una normale domenica di primavera si trasformò in un incubo per un bambino di 9 anni figlio di genitori molto credenti. Pietro Giovanni Giacomo Andrea Filippo Tommaso Bartolomeo Matteo Simone Giuda Mattia Giacomo, per gli amici Mattia Giovanni Tommaso Simone Pietro Andrea Giuda Matteo Bartolomeo Filippo Giacomo Giacomo, stava per ricevere la prima comunione, ma non poteva immaginare che quel semplice gesto (mangiare un cadavere) gli avrebbe rovinato la vita. L’ostia, infatti, gli si attaccò al palato e ad oggi non si è ancora staccata. “Per anni mi sono svegliato di soprassalto pensando a quel momento”, dichiarava nel 1989 ai microfoni del Tg3. O meglio, dichiarava “Er ai i oo eiato i opaalto enado a uel oento”. Sì, perché quel corpo di Cristo attaccato al palato gli ha causato così tanti problemi di pronuncia che per 6 anni consecutivi è stato eletto “Miglior imitatore di Maurizio Costanzo d’Italia”.

Ma torniamo a quella domenica . Quello che inizialmente sembrava una cosa normale (per chi non lo sapesse le ostie non sono altro che un impasto di vinavil e bava) dopo 3 giorni divenne allarmante: il dischetto sacro non ne voleva sapere di staccarsi e il ragazzo venne ricoverato per una brutta slogatura della lingua. Una volta dimesso ricominciarono i tentativi di rimuovere il problema che purtroppo fallirono tutti. Il primo a provarci fu il prete, probabilmente mosso dai sensi di colpa: a un mese dal fattaccio andò a casa di Pietro Giovanni Giacomo Andrea Filippo Tommaso Bartolomeo Matteo Simone Giuda Mattia Giacomo e tentò di rimuovere l’ostia facendo leva col suo pene; non solo non la spostò di un millimetro, ma rese il palato del giovane ancora più appiccicoso. A quel fallimento ne seguirono poi altri: nel 1985 i genitori legarono l’ostia a una porta e la chiusero di colpo (l’ostia non si mosse e fecero 600.000 lire di danni alla porta), provarono con martello e scalpello, uno zio che non sapeva del prete usò il suo pene con esiti ugualmente appiccicosi…

Col passare del tempo, Pietro Giovanni Giacomo Andrea Filippo Tommaso Bartolomeo Matteo Simone Giuda Mattia Giacomo  si è abituato alla sua situazione e oggi vive una vita normale. Nel 2001 è si è arricchito grazie alla creazione della prima ostia antiaderente, e nel 2007 ha sposato la sua logopedista, la dottoressa Ilaria Trentatretrentini, dalla quale ha avuto due figli. “È dal 1995 che non provo a staccarla”, ci confessa con orgoglio.

La sua storia ci insegna tre importanti lezioni: le difficoltà possono essere trasformate in punti di forza, le chiese possono essere posti molto pericolosi e un pene in bocca non è la soluzione a tutti i problemi.

Davide Rossi