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Semplificazione. Figli di notai: per ereditare la professione basterà superare l’esame del Dna

Semplificazione. Figli di notai: per ereditare la professione basterà superare l’esame del Dna - Lercio

COPACABANA CALABRA – Per alcune figure il passaggio della qualifica da genitore in figlio è una consolidata prassi storico-culturale, basti pensare ai sovrani, ai gestori di aziende, ai boss mafiosi o ai governi Berlusconi-Renzi (con la parentesi Monti-Letta).

Ma un diritto può dirsi socialmente acquisito solo quando tutti ne possono godere e infatti la possibilità di passaggio ereditario di qualsiasi titolo lavorativo finalmente è diventata legge, votata con una maggioranza d’occasione da cui si sono astenuti i 5 Stelle, nonostante un’iniziale dichiarazione di appoggio perché, come hanno spiegato: “Oggi è martedì. Occupiamoci piuttosto del progressivo restringimento delle dimensioni del Twix a causa del riscaldamento globale”.

Da ora, quindi, per proseguire l’attività di famiglia basterà sottoporsi all’esame del DNA che attesti che il rampollo è davvero “figlio di”, saltando inutili passaggi burocratici come istruzione, corsi di formazione professionale e praticantato.

La prima applicazione della riforma è avvenuta nel grazioso paesino calabrese balzato già all’onore della cronaca nazionale perché teatro del primo caso di ‘ndrina sciolta per infiltrazioni coscienziose. Carlo Di Rame, esponente di spicco dell’ordine dei notai di zona conosciuto con soprannome di “Marò” perché non accetta rifiuti al banco del pesce nelle trattative sul prezzo, ha appena ceduto il titolo, le qualifiche, lo studio con tutto il suo pacchetto clienti al figlio neodiciottenne GianKeanu che esulta: “Grazie a questa legge posso fare da subito il lavoro che avrei comunque fatto al 100% tra dieci anni, e ne guadagnerò in esperienza sul campo ma, soprattutto, eviterò lungaggini burocratiche come il sostenere gli esami in un’Università che non fornisce più la preparazione adatta per affrontare il mondo del lavoro. Se mi troverò impreparato chiederò a mio padre se non è al 41 bis, altrimenti andrò su Google oppure mi rivolgerò a Salvatore Aranzulla”.

Ovviamente non per tutte le professioni ci sarà la stessa facilità di ereditarietà del lavoro. Basti pensare al campo medico, estremamente delicato per la vita dei pazienti e la sanità pubblica. In questo caso affinché il figlio acquisisca laurea, specializzazione, cattedra e incarico pubblico e privato non solo dovrà superare brillantemente l’esame del Dna ma dovrà anche fornire un’autocertificazione che assicuri che il candidato e il genitore abbiano avuto sempre un bel dialogo.

 

Adelmo Monachese