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Sanremo. La Corte costituzionale dichiara l’illegittimità del televoto

Sanremo. La Corte costituzionale dichiara l'illegittimità del televoto - Lercio

Sanremo (DO RE MI FA SOL) – Le motivazioni saranno depositate nelle prossime settimane, ma il comunicato stampa pubblicato nella serata di ieri è già destinato a suscitare una pioggia di polemiche. Il mondo della canzone e quello dei costituzionalisti sono in subbuglio: già stasera, al DopoFestival, saranno presenti alcuni autorevoli costituzionalisti per spiegare le possibili motivazioni della pronuncia.

Subito dopo la pubblicazione del comunicato il teatro Ariston è stato travolto da una potente vibrazione che ha distrutto tutti i lampadari della sala, la cui origine è stata inizialmente scambiata per un’esplosione, ma che si è poi appurato essere causata da un acuto straziante di disperazione proveniente dal camerino di Al Bano.

Alla lettura della notizia, un insolitamente pallido Carlo Conti ha annunciato che se la sentenza inciderà sui risultati dell’edizione di quest’anno, presenterà le proprie irrevocabili dimissioni, che diverranno revocabili solo in caso di raddoppio del compenso.

Questa sera, durante la diretta, sarà Maria De Filippi a dare la notizia ai telespettatori del giudizio delle Corte (“di Caprara/Casalino/Caprara, presiede il giudice Beppe Vessicchio”).

Secondo i primi osservatori, per evitare di pregiudicare la serenità della kermesse, i giudici avrebbero dovuto astenersi dal pronunciarsi in corso di gara, nel rispetto del galateo istituzionale. I risultati del Festival canoro sono infatti a rischio ancora prima di essere noti.
Ad avviso dei giudici della Consulta, l’intero meccanismo di voto si porrebbe in palese contrasto coi principi costituzionali in materia elettorale come enucleati nella propria giurisprudenza.

Innanzi tutto, a finire nel mirino della Corte è proprio il meccanismo del televoto, che consente di esprimere fino a cinque voti per ogni utenza telefonica in contrasto con il principio “una testa un voto”.
Ma l’uguaglianza dei voti sarebbe anche pregiudicata dalla sproporzione tra il peso assegnato al voto popolare rispetto a quello della “giuria” con la conseguenza che il voto di ogni singolo giurato (per di più non eletto) finisce per contare come quello di milioni di cittadini.
Infine, il giudizio della Corte si è abbattuto sul girone eliminatorio (“ripescaggio”) e in particolare sulla mancata previsione di una soglia minima di accesso (“Come si fa a ripescare uno come Clementino?”).

Ora che la bomba è stata sganciata, gli esclusi stanno già ipotizzando di ricorrere al TAR della Liguria per annullare la propria eliminazione. Alta la tensione che si registra anche tra i precedenti vincitori del Festival, i quali temono che la decisione della Consulta possa rimetterne in discussione il titolo: Valerio Scanu, vincitore del 2010, si è dichiarato profondamente turbato dal verdetto, ma attende di leggere la motivazione della sentenza, mentre il trio Il Volo minaccia di andare a cantare negli Stati Uniti per il Presidente Trump. Molti ipotizzano però che la sentenza farà salvi i risultati per garantire la continuità degli organi costituzionali.

Alessandro Morelli e Francesco Conte