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Salento, ragazzo tenta il suicidio confessando che la taranta fa cagare

Salento, ragazzo tenta il suicidio confessando che la taranta fa cagare - Lercio

Melpignano (LE)  – Dramma sfiorato, ieri pomeriggio, nel piccolo comune pugliese celebre per essere un piccolo comune pugliese. Il 24enne tabagista torinese Zeno Pautasso, in vacanza in Puglia, disperato dopo circa 13 ore di tentativi per accendersi la sigaretta inesorabilmente frustrati dal vento incessante che caratterizza la regione, ha tentato il suicidio insultando la taranta in una piazza gremita di giovani salentini armati di tamburelli.

Il giovane era stato visto nelle ore precedenti aggirarsi per le strade di Melpignano in evidente stato di alterazione psicofisica, tanto che i passanti pensando che fosse drogato gli chiedevano se avesse qualcosa da dividere. Come metodo per porre fine alla propria esistenza, Pautasso ha prima pensato di abbuffarsi – lui abituato a nutrirsi solo con un po’ di riso in bianco e un’insalatina – presso la celeberrima Taverna del Riflusso, dove ha ordinato coniglio al forno, fave fritte, melanzane ripiene, orecchiette con salsa di noci, polpi in umido, orecchiette ripiene, salsa di noci al forno, coniglio di polpo, forno in umido, il tutto accompagnato da massicce dosi di scarciedda. Purtroppo proprio in quel frangente l’aspirante suicida è stato avvicinato da una vecchietta che, notando la sua somiglianza con un anziano del posto, rivelatosi poi un suo prozio, ha confidato all’incredulo Pautasso che nel suo sangue ci sono anche ascendenze salentine, per cui sarebbe stato impossibile per lui riuscire a togliersi la vita con quel metodo e, anzi, ne ha approfittato per offrigli pure un giro di ricotta fritta che aveva appena preparato con le sue sapienti mani.

Dopo quella cocente delusione, il sempre più motivato autolesionista ha notato, uscendo dal ristorante, un poster con gli ulivi della Puglia e ha pensato di farla finita aizzando la folla su di sé come il Jean-Baptiste Grenouille del romanzo “Il profumo”. Dopo essersi cosparso d’olio d’oliva da una bottiglia afferrata su un tavolino ha urlato “La Xylella non esiste! È una bufala!!!” ma, invece di una furiosa aggressione, ne ha ricavato solo un fragoroso applauso risuonato in bar, negozi, chiese e pure nello Stadio del Mare di Lecce in cui era in corso un concerto di Antonio Conte.

Demoralizzato da tanto insuccesso, il ragazzo si è accasciato contro un muro, proprio dove un cartellone riportava “Ospite speciale al Festival della Taranta: Stewart Copeland”.
Zeno, da sempre fan dei Police e mai ripresosi dalla loro separazione e soprattutto dal fatto che per vedere la loro reunion nel 2007 dovette sborsare 480 euro più 120 di prevendita dal bagarino, ha quindi deciso che l’unica cosa gli restasse da fare era recarsi all’ex convento degli Agostiniani, sede del concerto, e offendere quello cui i melpignanesi tenevano di più, toccare non solo qualcosa di profondamente radicato nella loro tradizione, ma anche un tesoro che porta una sfacciata palata di soldi in paese. Dopo aver solcato la marea di gente che stipava l’area, ha richiamato l’attenzione e ha quindi esclamato con voce stentorea: “Ehi, salentini… la taranta è una cagata pazzesca!”.

In tutto l’ex convento è calato un silenzio irreale, come nemmeno quando era abitato dai taciturni monaci, persino gli artisti sul palco si sono bloccati improvvisamente durante l’esecuzione della Pizzica Indiavolata di Nardò, e prima che la folla potesse realizzare la blasfemia appena pronunciata, a salvare Pautasso è tempestivamente intervenuto un professore di antropologia culturale, Martino D’Ernesto, giunto nella regione proprio per studiare il cranio di un individuo che rinuncia ad essere il batterista del più famoso gruppo regatta del mondo per suonare a un festival popolare. D’Ernesto ha sottratto il giovane alla furia dei salentini e gli ha poi spiegato che, con molta probabilità, il suo stato di prostrazione emotiva dipende proprio dalla Lycosa Tarantula, il ragno che da secoli flagella la “terra del rimorso”, e il cui veleno può provocare depressione, angoscia e desiderio di votare per Michele Emiliano. Per guarire, gli ha spiegato il professore, avrebbe dovuto sottoporsi a una terapia coreutica, ovvero ballare quella taranta che aveva appena pubblicamente denigrato. Ed estratto un tamburello dalle mutande ha dato il via alle danze. Al professore si sono uniti immediatamente Vinicio Capossela, Ambrogio Sparagna e lo stesso Stewart Copeland che da una tammorra ha estratto fuori pure Andy Summers (Sting era impegnato a comprare il Duomo di Firenze). In breve il ragazzo è precipitato in uno stato di trance, producendosi in un ballo goffo e scoordinato, tanto che alcuni passanti lo hanno scambiato per Thom Yorke in “Lotus Flower” e gli hanno chiesto se era disponibile per rallegrare matrimoni e, soprattutto, se avesse da accendere, domanda che ha notevolmente aumentato i suoi tarantolamenti.

Augusto Rasori – Eddie Settembrini