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RUZZLE NON GLI ACCETTA PAROLA, MINACCIA UNA STRAGE

RUZZLE NON GLI ACCETTA PAROLA, MINACCIA UNA STRAGE - Lercio
(Foto: squirrel83/flickr)

LAVAGNA – Epilogo drammatico e inaspettato al Campionato Nazionale di Ruzzle. Uno dei finalisti, Lino Paro, ha preso in ostaggio gli organizzatori e parte del pubblico, minacciando gesti eclatanti se non gli sarà riconosciuta la vittoria del torneo.

Lino Paro – 26 anni, dottorando in Filologia Romanza – fino a un paio di mesi fa non aveva mai usato un touch screen né aveva mai sentito parlare di Ruzzle. Vedendo un suo amico impegnato in una partita, gli ha chiesto di provare a comporre qualche parola e in pochi secondi ha superato i mille punti. Da allora la sua vita è cambiata: ha comprato un iPad usato e ha iniziato a sfidare tutti senza mai perdere una partita. In breve è diventato un giocatore compulsivo: non si stacca dal suo tablet neanche per andare in bagno e le sue sedute sulla tazza del water sono diventate interminabili.

Si è quindi iscritto al Campionato Nazionale a Lavagna, preparandosi al ritmo di trecento partite al giorno e studiando quotidianamente il vocabolario. Nei primi incontri ha dominato gli avversari sfoderando termini come MIRMILLONE (una categoria di gladiatori), VALETUDINARIO (cagionevole di salute), GUIDERDONE (ricompensa), GROMMA (incrostazione lasciata dal vino dentro una botte) e BALOGIO (fiacco, poco brillante).

Ha compiuto una cavalcata trionfale fino alla finalissima. Qui ha vinto la prima manche ma poi, provato dalle migliaia di partite delle ultime settimane, ha perso la seconda e ha iniziato malamente la terza. Sentendo i terribili rintocchi degli ultimi secondi con trecento punti di svantaggio si è sentito perso, ma di colpo ha visto la luce: sul tabellone c’era la parola SCHICCHERA (schiocco di pollice e indice), ammessa l’anno scorso nel dizionario. Mentre col dito sfiorava le lettere piene di 2L, 3L, 2W e 3W, Paro tremava per l’emozione. Ma una volta finito di scrivere ha atteso invano il suono della parola valida, sentendo solo il rintocco finale che decretava la sua sconfitta.

A questo punto è esploso rivendicando il suo successo: “SCHICCHERA è una parola valida! Voglio che mi sia riconosciuta!”. I giudici di gara, regolamento alla mano, si sono rifiutati di convalidare il termine e Paro, trasfigurato dalla rabbia, ha chiuso a chiave lo stanzone della finale e preso in ostaggio i presenti. Rivendica la vittoria del torneo e la sua incoronazione a campione italiano, altrimenti minaccia di compiere una strage.

Alla Farnesina il Ministro degli Esteri Emma Bonino è già stata allertata. Tramite l’ambasciata svedese sta negoziando con Stoccolma, dove ha sede la Mag Interactive, azienda creatrice del gioco: a nome della Repubblica Italiana sta facendo pressione per la convalida retroattiva di SCHICCHERA, per risolvere questa difficile emergenza.

Nel frattempo uno degli spettatori è riuscito a fuggire e ha rivelato che il Paro sembra essere disarmato, ma che da quando ha scoperto Ruzzle due mesi orsono indossa lo stesso paio di vecchie All Star e gli stessi calzini di spugna e, se le sue richieste non saranno accolte, minaccia di togliersi le scarpe.

Andrea Michielotto