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Previdenza, la soluzione del Governo: “Mandiamo i sardi in pensione a 95 anni”

Previdenza, la soluzione del Governo: “Mandiamo i sardi in pensione a 95 anni” - Lercio
Foto: Governo.it

Roma – “I sardi campano tanto, facciamoli lavorare fino a 95 anni!”. È questa, in sintesi, la proposta che il governo ha messo sul tavolo delle trattative con i sindacati per sciogliere il nodo pensioni.

È il ministro del lavoro Poletti a spiegare lo spirito della proposta del governo: “Con il contributo degli arzilli nonnetti sardi potremmo risanare le casse dell’INPS, permettendo a tutti gli altri di andare in pensione a 60 anni. I sardi hanno molti privilegi, diciamolo una volta per tutte: hanno il mare bello, non hanno i terremoti, hanno i formaggi buoni e hanno Melissa Satta. È ora che restituiscano qualcosa anche loro!”.

Poletti ha portato l’esempio della famiglia Melis di Perdasdefogu: 8 fratelli tutti ultracentenari. “Pensate quanto avrebbe incassato l’INPS se i fratelli Melis avessero pagato i contributi fino a 95 anni – ha detto il ministro – invece si godono la pensione da oltre 50 anni sulle spalle dei contribuenti italiani”.

La proposta del governo ha incontrato il favore immediato di CISL e UIL. Susanna Camusso, per chiudere l’accordo, chiede che venga aggiunto all’elenco dei lavori usuranti anche “fare l’attrice per Fausto Brizzi”.

Fermamente contrario, invece, Sebastiano Mulas, segretario dell’ULSU – Unione Lavoratori Sardi (la U è stata messa a cazzo alla fine) che fa notare come il dato peculiare della longevità riguardi solamente una piccola zona della Sardegna, l’Ogliastra, mentre nel resto dell’isola si muore in media a 80 anni, o anche prima se si vive vicino a un poligono militare. “E poi non è vero che abbiamo solo privilegi, abbiamo anche noi le nostre criticità”, ha chiosato il sindacalista mostrando un cd di Valerio Scanu.

Eddie Settembrini