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Polinesia. Maori inghiottito da un gorgo rispunta fuori da una buca sulla Salaria

Polinesia. Maori inghiottito da un gorgo rispunta fuori da una buca sulla Salaria - Lercio
Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

Roma – Qualcuno se la prende con le inefficienze dell’amministrazione pubblica, qualcun altro già parla di nuova rotta dei migranti, altri ancora lanciano strali contro l’invasione Maori che minaccia la nostra cultura tentando di sostituire le banconote in filigrana e le monete con conchiglie e perle (anche se magari ne potrebbe guadagnare la nostra malconcia nazionale di rugby) e proponendo il baratto come forma economica principale, mettendo così in discussione il nostro credo religioso più importante: il Dio Denaro. Ma Cuant’okaghi Limor-Tachi non è arrivato in Italia di sua volontà.

Neozelandese aborigeno delle Isole Chatham, il 34 enne Cuant’okaghi è un semplice pescatore che stamattina all’alba era salito a bordo della sua canoa per l’usuale controllo delle reti. Subito dopo aver preso il largo, ha visto formarsi nell’acqua davanti a sé un gorgo che lo ha immediatamente risucchiato. Il polinesiano ha così attraversato un vortice buio e confuso fimo a che non, poche ore dopo, non è saltato fuori a Roma da una buca nel bel mezzo della via Salaria, all’altezza di viale Somalia. La paura e lo sbigottimento ha letteralmente immobilizzato Cuant’okaghi, congelando sul suo volto una espressione a metà tra lo stupefatto e lo spiritato.
Fortunatamente nessuna macchina, nonstante come al solito i guidatori guardassero le ragazze ai bordi della strada, ha investito il maori, che è stato prontamente (dopo solo 13 ore, cioè) estratto da un mezzo dell’ANAS, soccorso e portato in ospedale o a fare il tagliando. Per fortuna il traffico in quel tratto era già bloccato a causa di di un’altra buca situata 300 metri più indietro, una voragine di dimensioni pantagrueliche, apertasi appena 2 anni fa tra le due carreggiate della Salaria e che i romani chiamano ormai affettuosamente la ‘Fossa de li Cazzi Amari‘.

L’episodio, per fortuna senza conseguenze anche sul notoriamente mansueto carattere dei romani, ha riportato l’attenzione della campagna elettorale proprio sulla gigantesca crepa, che ad oggi contiene 443 veicoli, tra scooter, automobili e autoarticolati che vi sono caduti dentro. Il candidato sindaco del Pd Roberto Giachetti ha bollato come ‘allarmismi eccessivi’ le polemiche intorno alla Fossa e ha assicurato di avere un piano ben preciso per la soluzione del problema: “Mancano circa un centinaio di automobili per colmare del tutto quella buca, una volta raggiunto il numero il tratto sarà perfettamente livellato e potremo ricoprirlo con un bel po’ di manto stradale”. La pentastellata Virginia Raggi punta invece il dito sugli sprechi della politica: “La Fossa de Li Cazzi è una palese metafora degli sprechi dell’attuale amministrazione pubblica, dove i soldi finiscono buttati. I politici del Pd la smettano di rubare e la Fossa sparirà magicamente”. Giorgia Meloni propone di intitolare una transenna ad Almirante e piazzarla davanti alla buca, mentre Alfio Marchini invita i giovani a non fumare i ‘mortiferi spinelli’. Alla domanda su quale fosse il nesso tra i problemi alla viabilità e le droghe leggere, Marchini ha risposto di non averne la più pallida idea, ma anche che questo tipo di dichiarazioni proibizioniste vale tra i 2 e i 4 punti percentuali alle elezioni.

Gianni Zoccheddu