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Pensionato si siede davanti al caminetto per scaldarsi e gli chiedono il canone Rai

Stellavillone (OT) – Si prospettava il solito tranquillo pomeriggio invernale per Antonio Pieroa, professore di tuttologia sistematica applicata in pensione. Aveva recuperato due rosette vecchie solo di una settimana per pranzo, un paio di pagine di quotidiano al mercato del pesce per tenersi aggiornato, e qualche mozzicone di spinello nei pressi delle scuole elementari, in previsione di una sfumacchiata digestiva.

Terminata la sua tazza di caffè di cicoria, il professor Pieroa si era sistemato come di consueto davanti al camino, dove bruciavano due etti di trucioli, sei tralci secchi di vite e un piccione morto, quando ha sentito bussare con insistenza alla porta (il campanello non funziona dato che l’elettricità manca dal 2010). Davanti a sé si è trovato una vecchina con un micio che gli ha chiesto se avesse un po’ di latte. Il professore ha invitato a entrare la donnina, pur dolendosi con lei per il fatto che di latte non ne comprava più dal rincaro di tre centesimi al litro del 2008, ma sicuro di avere ancora una bustina di maionese raccolta dietro un fast-food, scaduta solo da quattro anni.
“Ah aaah!” ha sentito urlare alle sue spalle Pieroa. Voltatosi, ha dovuto constatare che la vecchina e il felino non erano altro che due ispettori della Rai sotto mentite spoglie.
“Siamo qui per il canone!” ha subito dichiarato uno dei due.
“Il canone?! È dal maggio 2006 che non ho più la tv. Per vedere la finale dei Mondiali ero andato al bar dell’oratorio nel paese vicino. A piedi, la macchina l’avevo venduta nel 2001”.
“Non importa, non lo sa che debbono ritenersi assoggettabili a canone tutte le apparecchiature munite di sintonizzatore per la ricezione del segnale (terrestre o satellitare) di radiodiffusione dall’antenna radiotelevisiva?”
“Ma io non ne ho nessuna!” ha prontamente ribattuto il professor Pieroa. “Ho persino rinunciato al pc nel 2009 e al cellulare nel 2011; tra l’altro non aveva nemmeno il display, l’avevo comprato a un semaforo”.
“Abbiamo l’obbligo di verificare!” ha intimato uno dei due ispettori lanciando occhiate scrutatrici intorno a sé.
“Fate pure” è stata la rassegnata risposta del professore mentre tornava a sedersi davanti al camino per recuperare il tepore perduto nell’aprire la porta.
“Ah aaah!” hanno di nuovo urlato i due visitatori all’unisono.
“Cos’è quello?” ha domandato inquisitorio uno dei due.
“Cosa? Il caminetto?” ha risposto dubbioso Pieroa.
“Quante ore ci passa davanti?” ha perentoriamente domandato l’altro.
“Ma, non lo so, un paio credo…” ha borbottato il professore.
“E mentre è li seduto davanti al forno cosa fa?”
“Boh, lo guardo”
“Allora sono 113 euro e 50” ha calcolato un ispettore.
“Cosa? Ma al massimo lì dentro ci vedo le patate!”
“E per cos’altro uno si mette davanti a un video? 113 euro e 50, grazie”.
“Più 134, 31 euro” ha computato l’altro ispettore.
“COSA???!!!” ha ripetuto esterrefatto il povero Pieroa, che ora non poteva che immaginarsi ancora più povero.
“Beh, è semplice, 1/6 del cannone complessivo per ogni semestre di ritardo, per cui 8,94×15”. – disse il primo ispettore reinfilandosi il costume da gatto – “Ora la saluto, la lascio qui con il mio collega per saldare il pagamento. Io vado a riscuotere dalla nonnina della porta accanto. Ci hanno riferito che trascorre parecchio tempo a fissare l’oblò della lavatrice”.

Augusto Rasori