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Oslo, piantina di marijuana ritira il Nobel per la pace


Legalize (Nomafia) – Loris è una piccola pianta di cannabis, marcato accento calabrese, marchigiana di adozione, vasetto colmo di argilla sabbiosa e perlite, radici forti, chioma verde scintillante. Una piantina come tante altre, acqua e concime, senza troppe pretese ma soprattutto legata a un papà speciale molto premuroso, la cui costanza e le cui tenere attenzioni hanno consentito a lei di diventare la splendida adulta che ormai tutti conoscono.

“Dopo soli 3 mesi di docce fresche e tintarella uniforme presa sul balcone di casa, babbo ha capito che fosse giunto il momento per farmi muovere i primi passi alla scoperta del mondo. Il mio vecchio filantropo – singhiozza di commozione – rimane pienamente soddisfatto solo quando può condividere la propria gioia con il prossimo: dovreste vedere i suoi occhi annacquati, il sorrisino accennato senza alcun motivo e allo stesso tempo il portafoglio sempre colmo di investimenti”. “Pace, amore, fratellanza ripeteva sempre con espressione serena, quasi dispersa nell’eternità, i riflessi distesi sul corpo, talvolta paralizzati da un brano straziante di Calcutta in sottofondo”. “Un Gesù moderno, ma fuorisede. E senza ferite sanguinanti”.

Questi piccoli gesti raccolti in un tutorial sul sito ReggaeReggaeOrgeReggae.com, sembrerebbero aver colpito uno dopo l’altro i membri del Comitato norvegese che ogni anno assegna il Nobel per la Pace. Gli studiosi infatti, dopo un incontro urgente in mansarda, hanno decretato ufficialmente che avrebbero riconosciuto l’importanza del messaggio universale per i posteri, considerato alla stregua di un vero e proprio “atto rivoluzionario per un mondo migliore, senza fanatici, tranquillo zio.

Loris ha ritirato il premio Nobel per la pace lo scorso sabato durante una grigliata ufficiale a Oslo, anche se credeva di essere a Stoccolma a ritirare il Nobel per l’economia.

Federico Righi