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Non chiedeva sesso alle attrici: nei guai produttore di film porno

Non chiedeva sesso alle attrici: nei guai produttore di film porno - Lercio

Luceros (SA) – Uno scandalo senza precedenti sta sconvolgendo il dorato mondo dell’hardcore nostrano: il produttore Alvaro Visentin, uno degli uomini più potenti del porno italiano, è messo sotto accusa per non aver chiesto sesso in cambio di lavoro.

Sembra infatti che durante i provini di pellicole come “Via col ventre”, “Eiaculazione da Tiffany” o “L’albero delle zoccole”,  Visentin si sia astenuto da qualunque contatto con le aspiranti attrici e abbia affidato la parte solo in base a un castigatissimo colloquio e all’esame del curriculum, infrangendo così il severo codice deontologico del mondo dell’hard.

La gola profonda (ma non quanto avrebbe voluto, ndr) che ha portato alla luce lo scandalo sarebbe l’attrice italiana Paola Binetti (solo omonima della deputata UDC), ninfomane dichiarata e regina delle scene hard nella categoria “Cilicio”. La Binetti avrebbe rivelato di essersi sentita umiliata durante l’ultimo casting col produttore: “Ero arrapata come una cagna in calore, mi ero appena guardata tutto lo speciale su Venezia di Alberto Angela”Ma Visentin non l’avrebbe sfiorata neanche con un dito, addirittura pare che non l’abbia neanche fatta spogliare del tutto: “Mi ero appena rifatta il piercing vaginale, ero pronta a squirtare come un idrante, che vergogna”.

L’atteggiamento inqualificabile di Visentin ha portato a un calo drastico della qualità dei film: “Con me sono stati fortunati” – chiosa l’attrice – “ma senza un provino adeguato ho visto assumere attrici fredde come il buco del culo di un’orsa polare”. E sembra che il produttore si sia comportato in modo così abietto anche in altre occasioni: Andrea Dipré avrebbe portato Sara Tommasi da Visentin per un provino con l’idea di girare un bel video, ma sarebbe uscito deluso con la coda (e non solo) tra le gambe, nonostante fosse comunque riuscito a vendergli un preziosissimo quadro di Leone Amalio Peccinetti.

Visentin, travolto dallo scandalo, sta cercando di riabilitarsi in tutti i modi: ha già promesso che andrà nella clinica Villa Certosa del dottor Berlusconi (solo un omonimo… no stavolta è proprio lui!) per guarire dalla sua dipendenza dall’astinenza. Intanto, tra i molti attestati di solidarietà per la Binetti, si levano anche voci critiche, alcune addirittura di donne che sembrano ignorare cosa sia la solidarietà femminile: “Figa di legno”, “Verginella”, “Suora”, sono solo alcuni delle offese rivolte sui social contro la coraggiosa attrice.

A gettare benzina sul fuoco delle polemiche ha pensato infine Torquato Semola, giornalista del quotidiano Imprigionato, che sulla vicenda ha titolato “Prima non la danno, poi frignano e fingono di pentirsi”. Semola è stato sommerso dalle critiche, ma per ora non può difendersi. Sembra infatti che sia stato ricoverato per un’intossicazione da metalli pesanti: le prime analisi avrebbero rilevato nel suo corpo una concentrazione di stronzio mille volte superiore alla soglia di tolleranza.

Andrea Michielotto