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Mercatini di Natale a Roma, Raggi: “Useremo l’immondizia non raccolta come barriere antiterrorismo”

Mercatini di Natale a Roma, Raggi: “Useremo l’immondizia non raccolta come barriere antiterrorismo” - Lercio

ROMA (CAPOCCIA) – Come da un po’ di anni a questa parte, con l’avvicinarsi del Natale aumenta il numero di mercatini che infestano le città di ogni parte d’Europa e da qualche tempo tale moda è purtroppo arrivata persino a Roma, seppur da sempre restia ad adeguarsi a innovazioni di qualsiasi tipo, che siano la banda larga, una metro efficiente o la laicità in politica.

Il sindaco Virginia Raggi non ha mancato di esprimere critiche nei confronti della festa del Natale “eredità delle sciagurate amministrazioni precedenti” ma ha garantito che la sua Giunta si è comunque attivata per assicurare le misure di sicurezza necessarie a proteggere l’incolumità di tutti coloro che avranno la malaugurata idea di recarsi presso uno di tali mercatini, a meno che non siano quelli solidali gestiti per i prossimi 9 anni dalla famiglia Tredicine.
A tale scopo Raggi e i suoi due più stretti collaboratori, l’imperatore Caligola e il Libanese, hanno progettato di proteggere e bloccare le vie di accesso da eventuali attacchi terroristici utilizzando uno dei fiori all’occhiello della capitale, ovvero i mezzi dell’Atac.
Purtroppo, però, una misteriosa epidemia di influenza, conosciuta come la Capitolina, che si verifica sempre all’appropinquarsi delle festività dicembrine, ha puntualmente colpito anche quest’anno debilitando circa il 94 per cento dei dipendenti dell’azienda dei trasporti romana, che si è quindi messo in mutua dimenticandosi, però, di lasciare al deposito le chiavi dei mezzi, che ora non potranno essere mobilitati fino a quando tale emergenza non sarà cessata, di solito, casualmente, dopo il 6 di gennaio.

Tuttavia la prima cittadina, ormai rassegnata a dover annullare la festa di Natale nell’intera Urbe, ha ricevuto una inaspettata illuminazione imbattendosi in una striscia umoristica ambientata nel Medioevo, che il suo assessore al bilancio, di cui ancora ignora l’identità, nascondeva tra le pagine di una copia del DUP:
Primo Messaggero: “Sire, Sire, il popolo ha sete!“.
Secondo Messaggero: “Sire, Sire: i mostri del fossato hanno fame!“.
Sire: “Intravedo una soluzione”.

La prode sindaca ha quindi indetto una riunione straordinaria con tutte le migliori menti della sua generazione, da Francesco Totti a Diego Fusaro, chiedendo loro di quale bene la città abbia abbondanza al punto da poter essere utilizzato altrimenti.
Di imperialismo!” ha prontamente risposto Fusaro.
Di laziali!” ha ribattuto Totti.
Di sorci!” ha suggerito l’attore Claudio Santamaria.
E via così fino a che Venditti non ha esclamato “Di immondizia! E io di spazzatura me ne intendo!”

Una Raggi raggiante ha quindi contattato i vertici dell’Ama per far raccogliere tutto il pattume sparso in giro per la capitale e collocarlo a protezione degli imbocchi di ogni mercatino natalizio della città come barriera antiterrorismo.
A Virgi’” – ha prontamente osservato Accidio Pigrizi, uno dei dirigenti – “ma se ce veniva così facile raccojela, te pare che lasciavamo 160.000 tonnellate de monnezza a marci’ per mesi per le strade de Roma?”
“Me ne rendo conto”, ha osservato il sindaco, “ma qui non vi si chiede di portarla in discarica per smaltirla, non mi permetterei mai, ma di usarla per contribuire a celebrare serenamente il Santo Natale senza che qualche pazzo salga su un camion per travolgere la folla”.
“A Virgi’, de quello nun te devi preoccupa’; se un infamone demmerda dell’Isis se lancia con un camion, vedrai che casca in una buca e lo dovemo poi recupera’ in Cina!”
“In Nuova Zelanda, semmai” ha brontolato Virginia Raggi uscendo dal Campidoglio per andare ancora una volta a lustrarsi gli occhi e a riempirsi il cuore di gioia alla vista della sua unica consolazione, il simbolo che meglio di tutti esprime cosa sia davvero Roma oggigiorno: Spelacchio.

Augusto Rasori