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L’UE non si ferma: obbligherà l’Italia a produrre la pasta con il grano in polvere

BRUXELLES – Dopo i formaggi con latte concentrato e disidratato, il cioccolato senza cacao e il vino senza uva, l’Unione Europea con un nuovo diktat attacca un altro simbolo alimentare italico, anzi Il simbolo: la pasta.

La direttiva 688/23/2015 è lapidaria: stop alla pasta prodotta con la semola, diventerà obbligatorio produrla con grano in polvere.

Tale decisione sanziona inoltre l’Italia per non aver ancora consentito in tutte le fasi produttive l’uso del grano in polvere, anche detto “Farina OO” (chiamata per comodità Zero Zero’ ma le cui ‘O’ stanno per Osteomaltina Ossigenata, da non confondersi con la Farina O, cioè la Farina di Osteomaltina, che subisce un processo in meno NdR). Tale sostanza, altamente dannosa per i celiaci, è un composto a base di proteine, carboidrati e grassi vegetali di produzione industriale, ovvero derivato dalla macinazione meccanica a freddo dei cereali, e come tale più economico e facilmente reperibile della farina di grano dei nostri nonni.

Addio quindi alla classica pasta, modi e tempi di cottura si adegueranno con le nuove direttive europee (gli spaghetti passeranno dagli 8 minuti e 40 sec. della media nazionale ai 14 minuti europei, i tortiglioni sfioreranno quota 20 minuti, per i bigoli si parla di un intero turno lavorativo di 8 ore) e raggiungerà gli standard di gusto stabiliti dalla commissione UE, che ha ribadito: “È una grande conquista per tutta l’europa che avvicina ancora di più i popoli e le culture: si potrà mangiare un piatto di orecchiette alle cime di rapa sul Gargano come se fossero appena uscite da una friggitoria di Glasgow.

Il grano in polvere dovrà sostituire l’attuale semola entro 3 anni, passando dal settore dolciario alla pizza, che finalmente somiglierà a quella di Pizza Hut.

Si tratta di un nuovo duro colpo al comparto agroalimentare Made in Italy, cui rischia di aggiungersi anche un’ulteriore direttiva, attualmente in discussione nelle commissioni Agricoltura ed Industria, che intende sostituire l’acqua liquida con l’acqua in polvere. Gli agricoltori criticano duramente questa possibilità: «Sarebbe un disastro come l’acqua in gel, utile solo per chi non deglutisce – ha sentenziato la coordinatrice del comitato No Acqua Disidratata, Roana Cerelia – che avrà enormi ripercussioni sull’economia nazionale. E pensate quale orrendo disagio per le persone sarà dissetarsi con acqua ottenuta con una bustina o peggio, direttamente con acqua disidratata, che come tutti sanno tende ad appiccicarsi al palato creando il fastidioso effetto Frizzy Pazzy».

Vittorio Lattanzi e Daniele Primavera