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La maestra non è eletta dalla classe: bambino del M5s si rifiuta di fare i compiti

San Premio Assicurativo (Roma) – “Mi rifiuto di fare i compiti, di svolgere le esercitazioni scolastiche e di espletare i bisogni corporali nei bagni finché non verranno indette regolari elezioni per permettere alla classe di scegliersi la propria maestra”. Un piccolo caso si sta verificando presso la scuola elementare “Principi dell’Onestà” del piccolo paese dell’hinterland romano: un giovanissimo esponente del circolo cittadino del MoVimento Cinque Stelle, il piccolo Luigino Fico, ha bloccato il regolare svolgimento delle lezioni e occupato l’aula, aiutato dai compagni di classe e da un bidello. Il motivo è presto detto: a suo parere la maestra, tale Gentilina Paoloni, svolge il suo incarico senza essere stata eletta da nessuno dei suoi alunni, così come molte altre prima di lei.

“Sono quattro anni che ci cambiano insegnanti senza permetterci di esporre il nostro giudizio. E nulla cambia! Nulla si evolve! E chi è che decide? Il detentore del potere occulto: il Preside. Decide tutto lui: le lezioni, gli insegnanti, i giornali di partito che devono leggere i bidelli invece di lavorare, i pasti della mensa (che sospettiamo contengano microchip che usano per controllarci), e ogni tanto ci costringe anche alle vaccinazioni, possiamo piangere quanto vogliamo ma nulla cambia. Molti dei miei amici sono scomparsi, alcuni dicono che i genitori si sono trasferiti, ma possiamo esserne sicuri?”, si domanda il piccolo Luigino con una dialettica sorprendente per essere fuoricorso già alle elementari.

“Ogni notte ascolto e vedo i discorsi del mio mito, Alessandro di Battista, continua il piccolo Fico, “e ho capito che se non ci diamo noi una mossa mai nulla cambierà in questa scuola e in tutte le altre. Il nostro pensiero è dare la presidenza al bidello del secondo piano. Una volta ci ha regalato una ventina di ‘goleador’ e da quel momento è diventato il nostro preferito. Sì, ha lavorato anche lui per la giunta Alemanno ma mica potranno essere tutte delle cattive persone no?”, si chiede il giovane alunno.

“È nato tutto da un compito in classe andato male”, spiega la Maestra Gentilina: “Il tema era sulla storia contemporanea. Ho chiesto ai ragazzi di spiegare in piccoli punti cosa è accaduto dal 2000 ad oggi, cosa ricordavano delle nostre lezioni. Il problema è che il piccolo Luigino ha sbagliato proprio tutto il compito ed non l’ha presa bene: Scie chimiche, attentati fasulli, scudetti all’Inter e complotti internazionali”, continua la maestra, “capisco che si possa avere una fervida fantasia, ma non si può inventarsi la storia moderna in questo modo. Ha persino concluso il tema con una frase che mi ha colpito e che diceva testualmente: ‘Io voglio che gli alunni devono votare’. A questo scempio grammaticale e storico ho dovuto assegnare il voto che meritava: un uno che vale uno. Forse si è risentito per il mio giudizio e ha dato vita a tutto questo”, conclude struggendosi la maestra.

La protesta comunque è durata solo qualche ora: allo scoccare della campanella i compagni di classe hanno abbandonato il piccolo Luigino perché era il giorno delle patatine fritte in mensa. Ma per lui c’è stato un lieto fine: “Mi ha chiamato Dibba”, esclama con gli occhi pieni di lacrime di commozione, “mi ha fatto i complimenti per le mie battaglie e ha detto che vinceremo insieme in futuro. Poi si è adoperato per far spostare la giurisdizione della scuola sotto il comune di Livorno e finalmente abbiamo ottenuto una vittoria: niente vaccini obbligatori. Abbiamo vinto! Grazie Sindaco! Grazie Dibba!”, una storia a lieto fine che avvicinerà non pochi giovanissimi alla vita politica del Paese.

Davide Paolino