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La Corte Europea sanziona l’Italia: “la Sardegna è parcheggiata in doppia fila”

La Corte Europea sanziona l'Italia: "la Sardegna è parcheggiata in doppia fila" - Lercio

ROMA – Nuova, salatissima multa in arrivo per l’Italia, che anche questa volta si fa notare per l’ennesima mancata messa in regola e, nello specifico per non aver speso i fondi della comunità Europea stanziati per spostare la Sardegna.

Due anni fa, infatti, un documento redatto da un team di geologi, guidato dal noto studioso Mario Sgozzafave, descriveva con minuzia di particolari la pericolosa posizione della regione Sardegna: la suddetta regione era da ritenersi minacciosa nei confronti della Corsica che, nel giro dei prossimi due millenni, avrebbe potuto subire un grave tamponamento.

Il testo, scritto rigorosamente in lingua sarda, sembra fosse nato da una cena che il gruppo di ricercatori aveva organizzato per festeggiare l’invenzione di un forno a led, alternativa alla buca per cuocere il maialino sardo. Dopo una serie di giri di mirto, filu ‘e ferru e amaro Montenegro, i venti colleghi, confessandosi ormai stufi di spostare il vaso antico da una parte all’altra, decisero di alzare la posta: “Spostiamo tutta la Sardegna!”, la serata era così degenerata in un profluvio di ardite congetture sulla tettonica delle placche, riportate nel famoso documento.

Finita la cena, i venti commensali avrebbero pagato il conto con quel testo, garantendo al proprietario, Michele Incollu, che quel pezzo di carta valeva milioni di euro.

Sembra infatti che a spedire il testo sia stato il ristoratore. Il resto è noto: intascati i fondi europei guadagnati col progetto di spostamento della Sardegna, Incollu della locanda è sparito, ed è tuttora latitante.

Il fatto ha avuto una potente eco negativa, e l’Unione Europea, sentendosi truffata, ha applicato un provvedimento disciplinare durissimo: verificata l’immobilità della Sardegna, ha deciso di multare l’Italia, usando questa motivazione: “L’Italia ha la regione Sardegna parcheggiata in seconda fila, constatata la mancata rimozione, la condanna a pagare una sanzione di euro 40,2 milioni”.

Sergio Marinelli