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Istat: “Morire durante la campagna elettorale fa aumentare del 40% le presenze ai funerali”

Istat: "Morire durante la campagna elettorale fa aumentare del 40% le presenze ai funerali" - Lercio
© degli aventi diritto

Anche quest’anno c’è stata una significativa e diffusa crescita dell’incidenza a funerali, matrimoni ed altre funzioni religiose nei periodi di campagna elettorale”. È quanto rileva oggi l’Istat presentando i dati alla Cei sulle condizioni della fede degli italiani, dati che preoccupano non poco il Vaticano. La stima è stata fatta tenendo conto anche di parametri economici molto precisi, come ad esempio l’analisi dei registri contabili dei cestini delle offerte di oltre 1000 diocesi, su un campione di città con una popolazione compresa tra i 3.000 e i 250.000 abitanti.  Dunque il clima elettorale risveglia la fede cristiana e rende più empatici i nostri politici, a tutti i livelli e di qualsiasi estrazione partitica.

Più di uno su tre, oltre il 40%, delle persone residenti in Italia, di cui solo il 12% non risulta coinvolto nella campagna elettorale. Sono questi i numeri su cui si sta ragionando con particolare attenzione, secondo il politologo Bettino Mazzetta: “Come il bullo che quando termina le parole passa alle mani, la scarsità di idee degli argomenti elettorali trattati ha fatto tornare in auge negli ultimi 20 anni queste pratiche ormai in disuso. Oggi come allora è tornato fondamentale farsi vedere a messa in campagna elettorale, che siano battesimi, matrimoni o la benedizione delle moto, non importa”. In alcuni comuni dove la corsa elettorale è particolarmente sentita, modesti funerali di pensionati ultranovantenni senza figli si trasformano in veri e propri funerali di cartello: per un ristoratore defunto sotto i 60 anni si possono raggiungere presenze da funerali di stato mentre il lutto di una giovane mamma sotto i 40 anni può arrivare ad assumere dimensioni casamonicesche. In una diocesi sono comparsi requiem di partiti e liste civiche sui banchi della chiesa, per tacere dei santini distribuiti accanto all’uscita.

La Cei sta già pensando ad una svolta: “Più elezioni, campagne elettorali della durata di almeno 2 anni e l’estensione delle fumate bianche anche ai governi tecnici“. Sarebbero questi i punti fondamentali da cui ripartire per far tornare i cittadini in chiesa, sebbene controvoglia. Mentre una speciale commissione formata da vicari episcopali, politici e prefiche è già all’opera per rinominare i luoghi di culto e renderli più consoni alle varie ideologie di partito, come il Duomo di San Rocco Progressista, la Basilica di Santa Maria del Soccorso a Casa Loro o il Santuario della Madonna del Vaffanculo.

Vittorio Lattanzi