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Inviato di Studio Aperto intervista alcuni brandelli di un bimbo siriano

Aleppo – Sono di ieri le immagini registrate in diretta dal noto programma d’intrattenimento Studio Aperto a seguito di una delle solite bombe che con insopportabile regolarità esplodono nella città siriana. L’inviato Edoardo Cioffamiglia è riuscito ad avvicinarsi ai brandelli di un bambino che si trovava vicino al luogo della detonazione. Dopo aver passato alcuni minuti a frugare intorno al cratere dell’esplosione in cerca della testa del bimbo, il giornalista si è dovuto accontentare di un pezzo di bacino, domandando con insistenza all’intestino che ne fuoriusciva se si sentisse bene, senza però ricevere alcuna risposta. Lo sconsolato giornalista ha quindi ripassato la linea allo studio scusandosi per la poca educazione dell’intervistato: “Va beh, i bambini sono bambini…“.

Ma le reazioni al servizio non si sono fatte attendere: mentre il popolo del web si è indignato per un servizio giudicato “al limite del paradosso”, il pupazzo Uan, direttore di Studio Aperto, ha rivendicato il diritto all’informazione: “Sopratutto a quella che ci fa fare un sacco di ascolti”. Il popolo vegan, come al solito estremamente morigerato e assolutamente appropriato, ha sottolineato come anche le bestie soffrano lo stesso male sofferto dal bimbo: “Vi indignate per i pezzi di un bambino, ma non vi fate certo problemi a mangiare la porchetta, ipocriti demmerda”. L’associazione cattolica Le Bestie di Maria ha scritto sul proprio profilo facebook “Tutti noi siamo responsabili di ciò che sta avvenendo in Siria, ma soprattutto lo sono i froci”.

Infine nelle ultime ore sta circolando una notizia diffusa dal più seguito e autorevole organo d’informazione italiano, un meme raffigurante una maschera di V per Vendetta, che annuncia la proposta definitiva per coniugare accoglienza e rispetto per le priorità degli italiani: mettere le budella dei morti nel terremoto in centro Italia negli alberghi (ma solo fino alla ricostruzione dei paesi crollati), le budella dei siriani morti sotto le bombe nelle tendopoli (ma solo fino al rimpatrio) e le budella dei gay morti ammazzati nella cella frigorifera di un ristorante cinese (ma solo fino all’ora di cena).

Andrea Bonechi