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Indetto il primo sciopero generale dei furbi, Italia a rischio paralisi

Indetto il primo sciopero generale dei furbi, Italia a rischio paralisi - Lercio

Roma – Venerdì 9 Gennaio l’Italia potrebbe assistere allo sciopero più grande della sua storia. È quella, infatti, la data scelta per il primo sciopero nazionale dei furbi. A scatenare la loro ira è stata la dichiarazione di Matteo Renzi “È finito il tempo dei furbi”, da molti intesa come una vera e propria mancanza di rispetto verso chi il nostro Paese l’ha costruito e mandato avanti. “Siamo stufi di essere additati come la causa dei problemi del Paese. Il premier si accorgerà che siamo la soluzione, e che senza di noi l’Italia non si muove”, ha tuonato il portavoce dei furbi, Alfio Badile, 44 anni, di professione falso invalido. Il signor Badile è erede di una lunga tradizione furbesca: suo padre era un evasore totale, il padre di suo padre rubò per anni la corrente al suo vicino di casa e il padre del padre di suo padre era Stefano Ricucci. Con una storia simile alle spalle non poteva che essere lui a lanciare l’idea della mobilitazione, idea che nel giro di poche ore ha raccolto il consenso e l’adesione di numerose associazioni di categoria. Tra le centinaia che incroceranno le braccia vale la pena ricordare l’Unione Parcheggianti nei Posti Disabili col Tagliando del Nonno, la Nazionale olimpica di salto della fila e l’Associazione Riscossori Pensioni Genitori Defunti. Queste associazioni e molte altre sfileranno per le strade di Roma il 9 gennaio: il corteo, guidato dai falsi ciechi, potrà attraversare tutta la città grazie alle autorizzazioni siglate da un falsario in grado di imitare alla perfezione la firma del Questore.

Intanto, vista l’altissima adesione, migliaia di aziende e uffici hanno annunciato che il giorno dello sciopero resteranno chiusi. La scelta sembra assolutamente sensata: infatti, senza quelli che saltano i tornelli in metropolitana, quelli che non pagano il biglietto del treno, quelli che viaggiano sulla corsia d’emergenza, quelli che al semaforo si mettono in fila per girare ma quando scatta il verde vanno dritti, quelli che timbrano per 40 colleghi, quelli che passano davanti a tutti in posta perché non possono arrivare in ritardo e tutti gli altri, si prevede che quel giorno in Italia lavoreranno circa 15 persone.

Davide Rossi