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I sessuologi alle ragazze: “Volete far capire a un ragazzo che vi piace? Ditegli che vi piace”

I sessuologi alle ragazze: “Volete far capire a un ragazzo che vi piace? Ditegli che vi piace” - Lercio

Monte di Venere – Nonostante le tattiche più comuni delle ragazze per far capire ai potenziali partner che c’è interesse per loro siano tenere il broncio, farsi desiderare, mandare messaggi contrastanti e provare a suscitare gelosia, pare che, a sorpresa, la strategia più efficace per far capire a un ragazzo il messaggio “mi piaci” sia dirgli “mi piaci”.

Un team di sessuologi guidato dal professor Gigi Punto ha studiato le tecniche di flirt utilizzate da oltre 100 ragazze tra i 15 e i “fatti i cazzi tuoi” anni in una ricerca durata un paio d’ore. I dati raccolti sono stati pubblicati nel libro “Le ragazze che non mi fanno entrare” (Edizioni Paoline, 20 pagine, 0.45 cent).
Dai dati emersi si nota una totale incongruenza nel segnale di risposta maschile nei confronti degli stimoli femminili: “Per i maschi, comprendere una donna durante il periodo di conoscenza amorosa è come svegliarsi dopo una sbronza di vinaccio alla Festa dell’Unità e mettersi a leggere un articolo di Wu Ming: non ci capiscono una sega e hanno un gran mal di testa” spiega il prof. Punto.

Le ragioni sono chiare: il cervello femminile elabora queste situazioni in modo estremamente più complesso. Alla frase “Mi piaci” le rappresentanti del gentil sesso possono associare una vasta gamma di concetti che va dal “Sei la donna delle mia vita e ti voglio sposare ora” al “Sei la copia di Magalli con più peli e meno glamour”. Quindi anche le tecniche di approccio saranno più complesse. Al contrario, gli uomini non elaborano minimamente le informazioni: se dite loro “Mi piaci”, il concetto che ne ricaveranno sarà “Le piaccio”.

Quindi l’invito del dottor Punto a tutte le donne è: “Non abbiate paura a dichiararvi esplicitamente!”. Al massimo – conclude l’esperto – verrete rimbalzate. Il metodo migliore per uscirne allora è masturbarsi freneticamente in bagno pensando intensamente al loro padre. Ma di questo scriverò in un altro libro”.