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Finanziamenti pubblici: saranno rimborsate le spese per i troll pagati dai partiti

Finanziamenti pubblici: saranno rimborsate le spese per i  troll pagati dai partiti - Lercio

Pidio (TA) – Sta suscitando polemiche infuocate una delle norme inserite nel Documento di Economia e Finanza (conosciuto anche con la misteriosa sigla DEF) in discussione alla Camera, quella che prevede che siano totalmente rimborsabili le spese sostenute per i troll pagati dai partiti.

Anche se è stata annunciata con toni trionfali l’abolizione del finanziamento pubblico, sembra che il governo stia provando a far rientrare dalla finestra di Palazzo Madama quello che era uscito dal portone di Montecitorio. La norma doveva passare sotto silenzio, perché era stata nascosta in un emendamento denominato “Aggiornamento sulle agevolazioni fiscali per i coltivatori di fava cavallina”. Ma il Governo è stato smascherato dal provvido intervento di  Rocchide Casalineggio, secondo cugino di Rocco Casalino e pronipote acquisito tramite votazione web di Davide Casaleggio, che per conto del M5S analizza tutte le proposte parlamentari.

Secondo la sua ricostruzione, il Pd si sarebbe reso conto che i troll a libro paga rappresentano il capitolo di spesa più rilevante del partito, insieme ai parrucchieri per Luca Lotti, Valeria Fedeli e Marco Minniti. I vertici democratici avrebbero quindi incaricato due esponenti di sicuro affidamento – Franco Tiratore, vice capo di gabinetto del Ministero dei Rapporti col Parlamento, e Tano Acherato, senatore molisano a lungo membro del Dipartimento per l’innovazione tecnologica – di escogitare un modo per farsi rimborsare quelle ingentissime spese. Secondo Casalineggio i troll pagati dal Pd sarebbero almeno un milione, pari al numero di fans della pagina Facebook di Matteo Renzi. E vogliono essere pagati profumatamente: d’altronde, chi difenderebbe pubblicamente un post di Alessandra Moretti per pochi euro?

Il M5s ha già annunciato ostruzionismo a oltranza. Alessandro Di Battista, uscendo dal Parlamento, si è messo alla guida di quello che credeva un movimento di protesta contro la Finanziaria e che invece era un corteo LGBT che manifestava contro la chiusura di un noto locale gay della capitale. Il deputato pentastellato è stato quindi brutalizzato da una cover band dei Village People: ora è in ospedale in stato di shock, ma ha imparato a cantare e ballare perfettamente “YMCA“.

È giunta però un’inaspettata novità dell’ultima ora: pare che il M5S  sia intenzionato a rinunciare all’ostruzionismo, dopo che i vertici del MoVimento hanno capito che con questa norma potrebbero pagare l’affitto dell’attico e le cene a base di ostriche e champagne di Casalineggio, che da solo si fotte circa il 30% dei guadagni del Sacro Blog di Beppe Grillo.

Andrea Michielotto