Cerca
Close this search box.

Di Maio chiama Salvini: “Suca!” Ma era Gentiloni che lo imitava per far saltare accordo di governo

Roma – È clamorosamente venuta alla luce la causa principale del mancato accordo di Governo tra Lega e M5Stelle, nonostante le posizioni tra i due partiti coincidessero su parecchi punti, a partire dall’amore per i comici che dettano la linea.
Questa mattina uno dei 18.674 uscieri di Palazzo Chigi, che si era nascosto nei bagni per fumare a dispetto del regolamento, ha udito la voce del leader della Lega Matteo Salvini proveniente dal gabinetto adiacente.
Mi sono subito chiesto perché Salvini fosse a non fare un cazzo lì, invece che a non fare un cazzo in giro per l’Italia” – ha dichiarato l’impiegato – “poi ho capito che era al telefono con qualcuno di nome Gigi, cui stava suggerendo di trovare il coraggio di mandare a fare in culo un certo Beppe e di imparare a muovere le mani quando cammina perché così sembra uno zombie. Infine gli ha detto che nei suoi forni ci può giusto cuocere la pizza e mentre aspetta che sia cotta si può dedicare agli esercizi con il mandolino”.

L’usciere si è quindi nascosto dietro una porta e quando ha sentito il suo vicino di wc uscire ha potuto vedere che effettivamente non si trattava di quello con le camicie stirate a cazzo ma del presidente del consiglio ancora in carica, Paolo Gentiloni.
Riparatosi dietro due uscieri che dormivano in un angolo, il solerte servitore dello Stato è riuscito a origliare una seconda telefonata del leader dell’esecutivo, in cui, stavolta, imitava alla perfezione la voce dell’onorevole Luigi Di Maio: “Ue’, Matte’, so Giggi, senti, uaglio’, per me ‘sto governo con voi polentoni leghisti è una ciofeca e se o’ vuoi proprio sape’, la grappa fa schifo a o’ cazz’!

Gentiloni, raggiunto da uno dei nostri inviati, non ha nemmeno provato a smentire i suoi raggiri telefonici ma anzi, ha tenuto a precisare che: “È l’Europa che me lo ha chiesto, dato che l’Italia non è mai andata così bene come da quando è senza un governo pienamente operativo. Per me è stato facile, la mia famiglia viene dalle Marche, regione che ha dato le origini a grandi imitatori, da Max Giusti a Neri Marcorè a quella vipera aspis che riproduce perfettamente le pose e la voce di Daniela Santanchè”.

Il premier ha dato un ulteriore saggio delle sue insospettate doti recitative seminando ancora più scompiglio nel già tormentato PD. In una telefonata a Franceschini fatta in presenza del nostro cronista il premier ha perfettamente imitato la voce di Cuperlo (“Stai bene con la barba. Io fossi in te mi raperei pure a zero e punterei sul look alla Heisenberg di ‘Breaking Bad’, quello sì che era uno dotato di attributi!”, in un’altra a Cuperlo, quella di Martina (“È inutile che passi le giornate in cantina, io resto comunque più pallido di te“), telefonando a Martina, quella di Renzi (”Oh Lerch, o che tu mi passi lo zio Fester?”), e infine quella di Fassino, chiamando Renzi (“Stavolta son sicuro che ci piglio, boia faus! Lascia il PD e fatti un partito tuo, e vediamo quanto prendi!).

Nel congedarsi il presidente del Consiglio, che doveva rappresentare una fugace apparizione ma è arrivato a oltre 500 giorni di governo, regala al nostro cronista un’ultima chicca: “Aspettate, ora telefono a Orfini imitando Orfini per convincerlo che il vero Orfini sono io. Ci cade tutte le volte!

Augusto Rasori

PS: No, non ha fatto accento svedese.